MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE VALLE DEL SARNO

Che cosa è una passione? Un interesse… una predilezione…  una preferenza…

Ma avere una passione per l’archeologia è qualcosa di più: vi è una ragione di fondo che corrisponde al desiderio di vincere l’ansia della morte, il trapasso verso il mondo del silenzio; la volontà di dare fiato e parola a cose che un tempo esprimevano valore, cercando di farle rivivere ancora oggi; la ricerca di rendere immortale la storia dell’uomo sulla terra.

È proprio questo tipo di passione, interessante e utile, a tenere in vita il Museo nazionale della Valle del Sarno che costituisce uno dei massimi esempi di architettura in città e racchiude tutte le caratteristiche delle dimore patrizie sarnesi settecentesche, le quali si richiamano alla grande tradizione dell’architettura napoletana coeva.

Il Museo, inaugurato  il 1° luglio 2011, presenta i reperti degli scavi della Valle del Sarno, dall’età preistorica sino al periodo medievale. Concreta è oggi la possibilità di ampliare ed arricchire questa struttura per attirare un numero sempre maggiore di visitatori. A tale proposito, abbiamo intervistato la Direttrice del Museo, dott.ssa Emilia Alfinito.

Abbiamo intervistato la Direttrice del Museo, dott.ssa Emilia Alfinito.

Come è nato il suo interesse per l’archeologia?

È stato un interesse che si è sviluppato per caso: io ero laureata in Lettere moderne con indirizzo storico-artistico, alla ricerca di un lavoro; riuscii ad ottenere un contratto con la Sovrintendenza archeologica di Salerno e di Avellino. Nel corso degli anni, sono passata a lavorare presso la Sovrintendenza dei beni artistici perché sono uno storico dell’arte. Tre anni fa è stato istituito il Polo Museale della Campania. Il Ministero, il MiBACT (beni culturali e del turismo), ha degli uffici periferici: fino al 2015, gli uffici periferici erano le Sovrintendenze che potevano essere storico-artistiche o archeologiche; a queste Sovrintendenze, facevano capo tutti i Musei Nazionali. Con la Riforma Franceschini, invece, in linea con i dettami europei, sono stati istituiti i cosiddetti Musei autonomi, come, ad esempio, il Museo di Capodimonte, gli Scavi di Pompei, la Reggia di Caserta. Adesso ogni museo autonomo ha il suo budget. Per raggruppare, invece, i Musei che non rientrano tra quelli autonomi si è pensato di creare il Polo Museale della Campania: tra questi musei, c’era quello di Sarno e la Certosa di Padula. Dunque, il Polo Museale ha fatto un bando per la direzione di questi musei: io volevo dirigere la Certosa di Padula, il Museo di Sarno e quello di Eboli. Mi hanno assegnato il Museo della Certosa di Padula e quello di Sarno: sono così ritornata a svolgere il lavoro di operatore didattico che facevo all’inizio della mia carriera, occupandomi del servizio educativo per la sovrintendenza nei Musei archeologici.

Abbiamo constatato che il MiBACT ha donato ben 800.000 euro al Museo. Come intende utilizzare questa cospicua somma?

Questo palazzo era un palazzo nobiliare e, come tale, aveva una zona di rappresentanza molto importante. Quando questo palazzo è stato acquistato dalla sovrintendenza archeologica, venne fatto un progetto per l’intero recupero dell’edificio; però, questi fondi vennero stanziati in lotti. Con l’unità del 2001, è  stato consolidato tutto il palazzo. Poi è stato fatto il primo piano, gli uffici e l’allestimento. Il secondo piano, invece, non è stato completato. Questi 800.000 euro serviranno per il ripristino del secondo piano; verranno decorate le superfici dei dipinti, si faranno tutti gli infissi, gli impianti e poi un nuovo allestimento. I lavori stanno per partire e noi siamo entusiasti.

 Qual è il reperto archeologico che suscita maggior interesse nei visitatori? Quale piace di più a lei personalmente?

A me piace un vaso posto nella Tomba del bambino dove è presente la forma di un individuo un po’ “panzutello” che corre. Mi piace particolarmente perché l’autore è riuscito a dare a questo personaggio una grande dinamicità e, inoltre, non è un personaggio astratto e non incarna le caratteristiche fisiche ideali. Un altro vaso che mi piace, proprio per quanto riguarda la realtà, è posto nella Tomba della principessa, dove sono raffigurati il lupo, il cinghiale, i fiori. I visitatori, invece, restano meravigliati dalla Tomba della principessa perché è veramente una tomba ricca ed importante.

Da dove è nata l’idea lasciare libero l’ingresso al Museo, senza un biglietto a pagamento?

Questo Museo nasceva come una sorta di antiquarium. Prima, tutto il materiale, scoperto grazie agli scavi in zona, veniva portato al Museo archeologico di Napoli. Io, che lavoro nelle sovrintendenze da tanti anni, vi posso assicurare che se è previsto il pagamento di un biglietto all’entrata, ci sono più visitatori. Si sta pensando di fissare un prezzo minimo; io penso che sia una cosa giusta ma, in questo, fino a questo momento, la burocrazia mi è stata nemica.

Dopo di lei, chi sarà il nuovo direttore o la nuova direttrice?

E’ stato fatto il nuovo bando, a giorni si dovrebbe sapere. Io resto fino al 30 giugno, poi il Museo sarà gestito dalla dottoressa De Caro, che è l’attuale vice direttrice.

Intervista di Ilaria Sorrentino, Sara Fiore, Miriana Vitiello e Maria Rainone

Ilaria Sorrentino: frequenta il Liceo classico Tito Lucrezio Caro di Sarno. Ha svariate passioni, dalla letteratura al disegno, dallo sport alla cucina. Oggi si diletta nell’ambito giornalistico e un giorno le piacerebbe lavorare come doppiatrice di cartoni animati.

Sara Fiore: frequenta il Liceo classico Tito Lucrezio Caro di Sarno, sin da piccola si è appassionata alla lettura, in particolare di romanzi, alla scrittura e all’arte. E’ molto affascinata dal mondo sportivo, infatti pratica nuoto. Oggi si cimenta negli studi giornalistici.

Miriana Vitiello: frequenta il Liceo classico Tito Lucrezio Caro di Sarno. I suoi hobby variano dalla lettura al disegno. Ama guardare serie tv e stare in compagnia. Nutre un grande interesse verso la scrittura, spesso scrive bozze di romanzi. Oggi scrive per Mediavox, e un giorno le piacerebbe pubblicare un libro per ragazzi.

Maria Rainone: frequenta il Liceo classico Tito Lucrezio Caro di Sarno. Nutre interesse verso il mondo dell’antichità, ma è affascinata anche dalle novità e dall’era contemporanea. Punta ad un’istruzione a 360°, è appassionata sia di studi umanistici che scientifici, ma riserva sempre spazio allo sport e alle interazioni sociali. Coltiva grandi sogni nel cassetto, oggi fa parte di un gruppo giornalistico grazie al quale accrescerà la sua cultura.

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