“Nato solo”. Il nuovo atteso romanzo di Liè Larousse


Prima ti circonda e ti avvolge, poi ti colpisce allo stomaco e arriva dritto al cuore. L’incanto della scrittura di Lié Larousse funziona proprio così, come la storia del pugile Lupo, il protagonista del suo nuovo romanzo “Nato solo”, edito da Affiori.

 Lupo ha imparato a combattere fin da piccolo, fin da quando sua madre gli ha insegnato che il valore più importante è la dignità, e che ogni essere vivente, animale o umano, deve abituarsi subito a lottare per poter vivere. Lupo lo sa che per placare la fame e la furia che non gli danno mai tregua deve essere disposto a sporcarsi le mani. Del resto, vivere per conto proprio non è facile nemmeno per chi, come lui, da sempre sa sbrigarsela da solo: lavora nei campi, combatte, il resto del suo tempo lo trascorre in osteria o in compagnia di Ragazzino, che lo ammira e lo emula. Finché una notte gli scagnozzi del Gran Signore lo costringono a seguirli al suo palazzo, dove dovrà combattere per il diletto del pubblico. In questo vero e proprio castello dei destini incrociati, Lupo assisterà alla violenza, allo squallore e all’ipocrisia di chi si sente migliore di lui; soprattutto, però, deciderà chi vuole essere. In una favola allegorica scritta con sangue e carne, Lié Larousse descrive la seconda nascita di un ragazzo, di un cucciolo affamato che troverà il branco che non ha mai avuto.


L’INTERVISTA

“Nato solo” è il tuo ultimo romanzo ed è incentrato sulle vicende di Lupo e di Ragazzino. Chi sono questi personaggi? Raccontaci di questo libro e di come è nata l’idea di scriverlo. Il pugilato mi ha sempre molto incuriosito da un punto di vista psicologico di studio dell’umano: il carattere del pugile, l’animo inquieto, la sfida con sé stesso attraverso l’avversario, un gioco di sguardi, un vero e proprio specchio del sé; così tra il 2015 e il 2017 ho iniziato a studiare questo sport, ma senza praticarlo. Ho conosciuto insegnanti di boxe, un giovane lottatore Alessandro Costantini che mi ha fatto a sua volta conoscere l’MMA e la sua famosa “gabbia”, che ritroviamo anche nel romanzo. Ho iniziato a seguire incontri e personaggi influenti, Sakara, Giovanni De Carolis, un giovanissimo Michele Martignoni, sempre da dietro le quinte di quello che è anche un grandissimo show. Nello stesso tempo studio il mondo animale e nello specifico il lupo e il branco. Decido di scrivere la storia di un giovane combattente di fine Ottocento, perché è l’epoca che più amo descrivere, in una Roma sporca e cattiva, solo e sfruttato da quello che già all’epoca era un sistema socio-economico deludente ed infame, più nello specifico nella boscaglia romana, un lavoro come bracciante quasi per nulla stipendiato, la solitudine di quelli che oggi chiamiamo “outsider”, con un cuore grande ed umile, di poche parole, irrequieto, innamorato, affamato. Così nasce Lupo, che deve combattere ogni giorno per mettere qualcosa nello stomaco. È solo, non ha nessuno tranne il ricordo della madre, che rivede e rivive nei sogni. Ed è proprio attraverso questo incontrarla che capiamo chi gli ha insegnato a stare al mondo. C’è poi Ragazzino, bambino che lo ammira e lo emula. Questo è un romanzo di scoperte, scopriremo cosa significa essere esseri umani e scopriremo cosa significa l’amicizia, lo faremo attraverso una domanda che almeno una volta nella vita ci siamo posti tutti, e che a Lupo smuoverà qualcosa dentro, perché è proprio come rispondiamo a questa domanda che tutto può cambiare oppure rimanere tutto uguale, apparentemente uguale, perché certe domande comunque, anche se le fuggiamo, ci restano dentro come macigni e alla fine qualcosa cambiano sempre.

Una particolarità di “Nato solo” è che si presta tanto alla trasposizione teatrale. Non a caso, la prima presentazione del romanzo ha riscosso un enorme successo proprio per questo motivo: ce ne parli?
Quando ho iniziato a scrivere Nato Solo ho guardato la storia svolgersi nella mia mente, sognandola la notte ma anche ad occhi aperti. Mentre scrivevo mettevo in scena la vita di ogni personaggio del libro, ho asciugato la prosa e sono arrivata a scrivere un testo molto vicino alla sceneggiatura cinematografica. Ho degli attori meravigliosi con i quali collaboro da anni, si sono subito prestati a quello che a me piace chiamare “esperimento teatrale” la presenza di un violinista folkloristico ha reso tutto magico e poetico e quindi eccoci qui!

Ricordi quando è nato il tuo interesse per la scrittura? Da bambina, dopo la scuola, passavo i pomeriggi con mia nonna materna, lei mi ha insegnato il valore del tempo apprezzandone la sua lentezza. Ci sedavamo in balcone e mi raccontava storie del suo paese d’origine, dei suoi amici, del suo amore, della vita. In quegli anni ascoltare era fondamentale, la fantasia mi portava proprio nei campi con la giumenta e lungo “la fiumara” così come narrava la sua voce. Presto ho sentito il bisogno di scrivere delle storie tutte mie, gli amici di classe, il Natale in famiglia… credo sia stato quello il momento in cui ho iniziato ad interessarmi alla scrittura, ma senza rendermene conto, probabilmente me ne sto rendendo conto solo ora mentre rispondo a questa domanda.

Il tuo viaggio nel mondo della scrittura inizia nel 2013, con l’apertura del blog “libroarbitrio” che sin da subito è diventato punto di riferimento per tanti lettori. Secondo te, qual è il segreto per emergere e conquistare i lettori tra i numerosi blog che affollano la rete? Studio, passione e disciplina! Ricordo ancora quando decisi di aprire il blog, lo stomaco in subbuglio, il cuore batteva fortissimo, la voglia di condividere conoscenza e rispetto per chi mi avrebbe letto. Sapevo sarebbe stato impegnativo ma ne ero entusiasta, così per tre anni di seguito ho pubblicato tutti i giorni, festivi e malanni compresi. In questi ultimi anni ho avuto la fortuna di avere al mio fianco autrici che hanno collaborato con me e sono sempre aperta a condividere questo spazio virtuale e magico che racconta l’amore per la parola.

Se dovessi descrivere la tua prosa a chi non ha ancora letto un tuo romanzo, quali aggettivi utilizzeresti? Poetica, sognante, cruenta, vera, intensa. Tuttavia mi piacerebbe che fossero i lettori a continuare questo elenco.

Molti critici hanno definito il tuo stile di scrittura “lirico”, a metà tra la narrativa e la poesia: come hai raggiunto questo equilibrio? Amo moltissimo la poesia, è stata la mia prima espressione artistica! Ho un cuore poetico, osservo la vita, mia e delle persone con le quali condivido il cammino umano, con occhio incantato, ma ci sono voluti tanti anni di letture e stesure. Ho imparato a scrivere racconti scoprendo di amare moltissimo anche questa forma letteraria. Mi sono approcciata alla narrativa in punta di piedi scrivendo, cancellando, riscrivendo, ricancellando, nel frattempo così come la mia scrittura anche io sono cambiata e sono arrivata dove sono oggi, ho affilato il mio senso innato alla regia con uno sguardo teatrale: vedo ciò che scrivo, lo dirigo nella mia mente. Subito dopo lo trasporto sulla carta, tutto il resto è venuto da sé.

Il tuo precedente romanzo, Rid Dementia, è stato presentato anche nel salotto culturale di Casa Sanremo Writers durante la scorsa edizione: cosa ha rappresentato per te quest’esperienza? Pensi di ritornarci? È stata un’esperienza straordinaria e colgo l’occasione per ringraziare tutto lo staff della manifestazione e il mio sponsor, Davide Petronzio, della DASTIT S.r.l. Mi sono immersa in un mondo che non conoscevo, circondata da professionisti del settore televisivo ma anche autoriale. Mi sono sentita apprezzata e, aver ricevuto un Attestato di Merito e una Menzione Speciale per Serie TV, è stato un riconoscimento importante che mi ha dato la conferma che dove sto andando con la scrittura è la strada per ora giusta per me. Sarebbe un sogno tornarci da ospite e lasciare la mia firma insieme a quelle degli altri artisti.

Di quali progetti creativi ti stai occupando al momento? Hai già in mente la struttura di un nuovo romanzo? Se si, puoi anticiparci qualcosa? Sto lavorando alla stesura completa della sceneggiatura cinematografica di Rid Dementia e a quella teatrale di NATO SOLO che porteremo nel 2024 proprio nei teatri, e poi sì, ho scritto la trama del nuovo romanzo ed ho iniziato ad approfondire i miei studi per il tema che tratterò, ma non posso svelarvi ancora nulla. Vi prometto che quando sarò a buon punto vi farò sapere per primi e vi inviterò a teatro!

Sinossi | NATO SOLO narra la storia di Lupo, un giovane ragazzo che vive in una Roma di fine Ottocento. Rimasto solo quando era appena un bambino, si ritrova fin da subito a fare i conti con la fame e con la cattiveria delle persone, imparando a prendere le distanze da questi ultimi e a combattere per la prima. Di giorno lavora ai campi in cambio di un tozzo di pane e patate calde, la sera lotta nelle osterie per pochi spicci e un piatto di minestra. Non ha nessuno se non l’amicizia di Ragazzino, l’undicenne figlio della padrona del podere dove lavora. Nonostante il suo essere emarginato e deriso, tutti scommettono sulla sua vittoria, sulla vittoria del giovane povero, sporco e affamato, e lui vince, vince ogni maledetta sera, perché ha fame e la sua sopravvivenza dipende da questo. La fama del giovane che non perde un incontro si sparge presto e il suo nome arriva al più grande dei Signori di Roma che lo vuole a tutti i costi per i suoi incontri clandestini. Lupo si rifiuta fintanto che, messo alle strette, viene obbligato e portato con la forza al grande palazzo. Qui in questo luogo di mirabili illusioni, tra tavolate di cibo delizioso e il lusso di indossare il suo primo paio di scarpe, scopre che la cattiveria degli uomini non ha fine, che la bellezza delle donne può essere solo un abbaglio ma che per l’amicizia vale lottare più che per la fame.

Biografia | Lié Larousse nel 2013 apre il blog libroarbitrio.com diventato oggi sito di studio e riferimento di lingua italiana in Canada, negli Stati Uniti e nelle biblioteche online. Nel 2014 con il racconto “Ma le formiche si decompongono?” vince il Premio Tell Book Your Story indetto da Dacia Maraini. Poetessa con le raccolte .Lié. e .la vita comunque. Nel 2022 è ospite alla Biblioteca della Camera del Senato con un discorso poetico sulla pace; impegnata negli studi di psicologia clinica, sociale ed infantile, lo stesso anno pubblica il suo romanzo d’esordio dal titolo “Rid Dementia” con L’Erudita di Giulio Perrone Editore, premiato con un Attestato di Merito e una Menzione Speciale per la miglior sceneggiatura per SERIE TV nel salotto letterario di Casa Sanremo Writers 2023. NATO SOLO è il suo nuovo romanzo per il nuovo marchio Affiori di Giulio Perrone Editore



Laureata in Giornalismo e Cultura editoriale all' Università di Parma nel 2018. Ha collaborato con italianradio.eu come articolista e conduttrice radiofonica di Radio Pizza Olanda, il canale di informazione per gli italiani residenti nei Paesi Bassi. Dopo una breve esperienza formativa negli studi di Radio ART si è trasferita in Svizzera e attualmente vive a Montreux. Appassionata di musica, moda, cinema e tecnologia.