

Nel panorama delle feste liturgiche e delle pratiche devozionali diffuse sul territorio dell’Agro nocerino-sarnese, la festa in onore di Santa Maria Incoronata del Carmine detta “delle galline” di Pagani (SA) costituisce senza dubbio un unicum.
E ciò sia sul piano strettamente religioso sia su quello, più generale, sociale, civile e culturale. Lo dimostra, tra l’altro, anche la decisione della Regione Campania, assunta su istanza dell’Arciconfraternita, proprio in ragione delle peculiari caratteristiche dell’evento e del suo particolare valore, di iscrivere la festa nell’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Campano (IPIC) con Decreto dirigenziale n. 467 del 9 giugno 2022, nella sezione “Celebrazioni”, con la dicitura “Festa della Madonna delle Galline: riti, pratiche ed espressioni della pietà popolare Mariana”.
Non si può, dunque, ignorare come la festa della Madonna delle Galline sia andata configurandosi nel tempo come uno dei momenti più autenticamente identitari nella vita collettiva della comunità paganese. Di certo, come quello più sentito e visceralmente vissuto.
Alla natura complessa e multiforme di questa Festa concorrono soggetti diversi
Per questo è istituito, quest’anno, un Tavolo permanente di lavoro tra l’Arciconfraternita, l’Amministrazione comunale, i rappresentanti dei toselli e il delegato della Curia, don Antonio Guarracino.
Un impegno che sta dando, già da ora, frutti assai positivi.
Si respira in città un clima di positiva collaborazione e condivisione delle responsabilità.
A cominciare da un documento, condiviso da tutte le parti. Un piccolo vademecum, reso pubblico il 16 marzo, dopo la Santa Messa delle ore 18.00 e prima dell’esposizione dell’effigie della Vergine sul portale di ingresso del Santuario , durante la cerimonia di Alzata del Quadro della Vergine, ad un mese esatto dalla Festa.
Un momento importante per riprendere, dopo il tempo della pandemia, un cammino di gioia e condivisione.
Una comunione di intenti con tutti i soggetti che siedono al Tavolo permanente.
Si tratta di suggerimenti e indicazioni pensate non già per “ingabbiare” la Festa, ma, al contrario, per renderla ancora più bella, più partecipata e, appunto, più autentica.
Questo perché – come si legge nel documento – Interrogarsi sul lavoro, le azioni e le strategie da adottare per recuperare l’autenticità di questo straordinario momento di pietà popolare e di fede comunitaria è la strada da privilegiare, chiamando a raccolta tutte le realtà che – a vario titolo, con ruoli diversi e ciascuno con le proprie competenze e responsabilità – sono coinvolte nella programmazione, nella preparazione, nell’organizzazione e nella gestione della festa.
L’invito a tutti , dunque, a uno sforzo di purificazione della festa – e, in definitiva, di educazione e di evangelizzazione sul suo significato più autentico – che va fatto insieme, nel tempo, in spirito di accoglienza, valorizzando e tutelando gli aspetti propri della pietà popolare.
Esaltare e valorizzare, in definitiva, il tratto identitario di questo evento e, al tempo stesso, respingere, con la collaborazione di tutti, ogni possibile degenerazione.


