MARCELLO MIO
Uscito a maggio 2024, dopo appena otto settimane di registrazione. Un film scritto e diretto da Christophe Honoré come omaggio al grande attore Marcello Mastroianni nel centenario della sua nascita, e che vede come protagonista l’attrice italo-francese Chiara, figlia sua e della mitica Catherine Deneuve. La loro relazione durò quattro anni, ma fecero in tempo ad avere Chiara, meravigliosa sintesi della loro arte.
Certa che anche lei avesse partecipato alla stesura del film, ho dovuto controllare per scoprire che in realtà non è così.
Sta di fatto che Chiara, attrice preferita di questo regista, (avendo recitato in sette dei suoi film), lo conosce e frequenta da diciotto anni e per questo Honoré è ben inteso circa la storia familiare della donna e i suoi risvolti. Ciò gli ha consentito di scrivere (cucire) su di lei questa trama a confine tra vita privata e professionale.
L’attrice, sulle scene da quando aveva sei anni, somiglia in modo impressionante a suo padre, sia nelle fattezze che nell’espressività. A sua madre invece per la femminilità ed eleganza tutte francesi.
La scrittura del film, si muove attorno a un leggero, surreale divertissement che non trova mai cadute di toni.
Oltre la leggerezza, colpisce la sincerità del testo.
La trama | Chiara Mastroianni, sin da piccola affascinata da suo padre, ma anche stufa di svolgere perennemente il ruolo di ‘figlia di’, un bel giorno, fumando una sigaretta davanti allo specchio, si guarda e decide di diventare suo padre per il tempo di un’estate. Senza nessuna titubanza, procede. Capelli corti, baffetti incollati, vestito maschile nero, occhiali scuri come quelli che portava sempre Marcello. Il suo non è un semplice banale travestimento (dove peraltro i truccatori hanno avuto ben poco da lavorare, per scelta dell’autore e della protagonista e per la somiglianza così evidente). Nel momento in cui decide, lei si trasforma in modo talmente credibile in Marcello, da esercitare forti suggestioni in coloro che incontra, ed anche in noi spettatori. Questo entrare ricco di osmosi nel padre, sarà un modo di esplorarne la vita, gli spostamenti, il carattere singolare, in parte la filmografia. La madre Catherine, donna solare ma coi piedi per terra ( nel film interpretata dalla stessa Deneuve), non vorrebbe per la figlia questo ‘viaggio’, ne teme gli eccessivi turbamenti, ma comprendendo quanto sia importante per lei l’asseconda, e così anche i suoi amici. Per inciso uno di questi è il cantante e attore Benjamin Biolay, suo marito dal 2002 al 2009, con cui Chiara ha avuto una figlia, Anna, che sembra avere ereditato dai suoi sia la passione per il cinema che quella per la musica. L’amico più in sintonia con la protagonista, è però l’attore Fabrice Luchini, che anche lui in questo film così particolare recita in parte se stesso. E’ suo partner di casting in un film che devono fare e sposa con entusiasmo sin dal primo momento la scelta di Chiara di tramutarsi in suo padre. Nel girovagare di Chiara-Marcello, di tanto in tanto appare poi un cane, un Cocker per la precisione, che Chiara si tira dietro ma senza guinzaglio, solo parlandogli come fosse una persona.
Curiosità | Il film si svolge tra Francia e Italia. Le prime scene sono proprio nell’appartamento a Parigi che abitarono Chiara e sua madre, si badi sopra quello di Maria Callas, di cui ovviamente Catherine era gelosa. Chiara Mastroianni, amatissima in Francia, in Marcello mio buca lo schermo per la sua bravura e il suo magnetismo, e a Cannes il film è stato molto bene accolto. Da quando indossa i panni di Marcello, non li smette mai. Vedremo un suo bagno nella fontana di Trevi, dove rivive la scena di Anita Ekberg. Ed anche uno nella scena finale del film, nel mare di Formia, sulla spiaggia amata da suo padre e che fu quella della sua infanzia. Qui però prima di immergersi si denuda. Il suo viaggio nella pelle del padre, volge al termine… La scena è corale, felliniana. Anche la madre e i suoi amici, tutti venuti dalla Francia per un importante momento di condivisione, entrano in acqua, prima preoccupati per lei, che possa annegare, poi felici di nuotare insieme. La macchina da presa di Honoré, coerente per tutto il film, ci consegna delle immagini a mio avviso profondamente poetiche. L’attrice, che in un’intervista ringrazia il regista per questo ‘enorme regalo’ fattole, si mostra perfettamente a suo agio in ogni scena, ed afferma che laddove questo suo ruolo, che l’ha fatta sfilare con successo sul red carpet di Cannes, ha turbato tantissime persone, tra addetti ai lavori e non, per lei è stato invece molto semplice da interpretare: ‘Siccome non ero io, non recitavo me, potevo muovermi liberamente…’. Grande spirito istrionesco, come quello di suo padre. Famose le sue battute. Quando i giornalisti lo punzecchiavano con le loro domande ( ebbe un’infinità di donne e tre figli, due femmine e un maschio, ciascuno da una donna diversa), rispondeva: “Che guaio essere troppo generosi…”