L’Arte che cura


Riceviamo e pubblichiamo | Articolo di Laura Bruno


L’Arte che cura è l’innovativo progetto – un viaggio terapeutico attraverso i sensi – ideato nel Reparto di Ematologia dell’Ospedale “Andrea Tortora” di Pagani (SA), diretto dal prof. Catello Califano e dalla coordinatrice dott. ssa Carmela Trezza, con la collaborazione dell’associazione Nasi Rossi Clown Therapy presieduta dalla dott.ssa Francesca Colombo e dell’Associazione UniverARTE diretta dall’artista Antonella Botticelli.

Collaborano fattivamente al progetto la Vice Presidente dell’Associazione Nasi Rossi Clown Therapy dott.ssa Giusy Manzo e il maestro Lorenzo Basile. Con il presupposto che l’arte sia una cura, il viaggio sensoriale è partito dall’udito, con il concerto del biologo molecolare e musicista Emiliano Toso. Il progetto prosegue con il senso della vista, con 67 artisti di ogni parte d’Italia che donano dipinti a tema per l’allestimento in permanenza nella corsia e nelle stanze del reparto di ematologia e nel DH dell’ospedale, a beneficio dei pazienti.

L’idea di integrare la cura farmacologica con un quid che aiuti l’ammalato a riavviare il processo di positività e speranza per l’autoguarigione, ha un profondo significato spirituale, ma non solo; essa nasce dalla convinzione che la malattia è un processo complesso che coinvolge l’individuo nella sua totalità di anima e corpo. Dunque la cura del corpo non può prescindere da quella dell’anima, poiché l’ammalato non è un numero che occupa un letto di ospedale, ma tanto di più. In quel di più confluiscono i temi sacri della vita, che attengono alla religione ed alla filosofia: sono i grandi fiumi che corroborano con la loro portata massiccia la nostra vita, ricevendo linfa dai ruscelli laterali, che rappresentano le esperienze personali di ciascuno di noi. La medicina ufficiale – e quelle alternative – indirizzano da sempre la ricerca scientifica su farmaci o rimedi che coinvolgano la totalità dell’essere umano, anima e corpo. Infatti il potere della mente nella guarigione è un dato scientifico riconosciuto, come ci insegna l’effetto placebo: se l’individuo è convinto di avere assunto un farmaco efficace, guarisce anche se il suo farmaco è un bluff. I sensi rappresentano i portali di accesso del corpo ma anche dell’anima, connettendo il corpo con l’esterno ed attivando sia la coscienza fisica che il sentimento. Ciascuno dei sensi ha la sede nel cervello, motore della coscienza. La malattia incrina la perfezione del meccanismo, rischiando di far crollare l’intera struttura psicosomatica dell’uomo, se non è sorretta da valori e da affetti. L’arte è salvifica ed in grado di attivare il processo di autoguarigione.
La bellezza produce il piacere estetico: la gratificazione sensoriale può essere la via di guarigione alternativa o sommativa ai farmaci. Da questi presupposti si comprende che l’opera d’arte in un ambiente ospedaliero è non solo un piacevole arredo: direttamente dagli occhi al cuore, come nell’innamoramento del dolce stil novo, il messaggio di fiducia e speranza si fa strada e agisce dall’interno dell’uomo con positività. La Medicina stessa è un’arte: dalla prescrizione generale valida per tutti, la cura va personalizzata sul paziente; dunque ogni medico è un artista che deve valutare e dosare, applicando conoscenza, scienza e sensibilità nella cura dell’uomo.
La Scuola medica salernitana è stata la prima università di medicina in Europa e ricordava Ippocrate, che recita: “Primum non nocere”. E’ singolare che proprio in questa provincia fiorisca l’idea per cui l’arte affianchi la terapia e offra sollievo e speranza con la bellezza dei quadri che, nello specifico, diventano i farmaci somministrati attraverso gli occhi. E certamente non nuocciono, anzi. Parafrasando il celebre verso dantesco Amor ch’al cor gentile ratto s’apprende, speriamo e crediamo che la salute passi attraverso la visione di un quadro, per l’innovativa teoria dell’arte che dona salute. Tutto da verificare, ma ci sono presupposti validi per la nuova sperimentazione nell’ospedale di Pagani che diventerà, con le donazioni degli artisti, un polo museale ospedaliero. E chissà, forse ci saranno, un prossimo domani, visitatori paganti per le corsie attrezzate. Crediamo infine, ma con convinzione, che i pazienti si rallegreranno alla vista delle opere alle pareti, illudendosi con l’arredo di trovarsi in cliniche di lusso o in luoghi di villeggiatura e non più nella corsia di ospedale.

Gli artisti partecipanti alla donazione sono:
Marinella Albora, Francesco Annunziata, Rosalba Ascione, Silvia Armenio, Alfredo Avagliano, Leonardo Basile, Lorenzo Basile, Marianna Battipaglia, Giovanni Boccia, Antonella Botticelli, Maria Brillante, Laura Bruno, Alicja Helena Buczynska, Tina Calabrese, Antonella Catalano, Concetta Carleo, Melina Cesarano, Chiara Cicala, Carla Colombo, Carmen Colonna, Nello Collaro, Lilliana Comes, Agnese Contaldo, Giovanni Cuofano, Giuseppe Crescenzo, Carmen D’Auria, Giorgio Della Monica, Emilia Della Vecchia, Paolo De Santi, Rosanna Di Marino, Mrosaria Di Marco, Cesare Fontana, Biagio Gallo, Milena Gallo, Nunzia Gaudino, Simona Giglio, Benedetta Iandolo, Renato Iannone, Vincenzo Imperatore, Donata Imperio, Elvira Landi, Angela Lapadula, Ketty La Rosa, Le fate fantastiche di Anna Basile e Maria Teresa Sgueglia, Ida Mainenti, Angela Marotti, Michela Marasco, Gerardo Marzullo,
Pietro Mingione, Iole Mustaro, Maria Antonietta Palmieri, Annamaria Panariello, Luigi Pappacena, Anna Pellegrino, Enzo Piatto, Antonella Prosperi, Lello Ronca, Adele Ruggiero, Nicola Russo, Hylde Salerno, Antonio Salzano, Rocco Scattino, Orsola Supino, Assunta Tammaro, Domenico Terenziano, Totka Todorova , Giuseppe Zotti.



Riceviamo e pubblichiamo | Articolo di Laura Bruno

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