
Articolo di Anna Ferrentino (AF-F) | Foto Alain Guariglia e Francesco Tarallo
Da pochissime ore si è conclusa la 19°Edizione della Festa del Cinema di Roma, le polemiche sono già in atto tra la Festa e la sezione autonoma Alice nella città dedicata al cinema giovane, dissapori che hanno riscaldato gli animi degli addetti ai lavori. Salvo Nastasi presidente della Fondazione Cinema per Roma, afferma durante la conferenza stampa di chiusura: “Ormai Alice è una realtà importante che va tutelata e valorizzata. E per tutelare e valorizzare Alice al meglio dobbiamo evidentemente separarci; è chiaro che insieme diventa molto complicata l’organizzazione e la gestione, quindi adesso studieremo un percorso per renderli completamente autonomi. Questo è l’obiettivo del prossimo inverno”.Una polemica che fortunatamente è giunta qualche giorno dopo la tanto attesa serata di premiazione; un problema interno che fortunatamente non ha intaccato l’entusiasmo dei tanti addetti ai lavori. Un sabato (26 ottobre) dove tanti fan e curiosi si sono appropriati degli spazi dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone in attesa della Star Internazionale, tanto annunciata, Johnny Depp. In abito grigio con un atteggiamento quasi imbarazzato percorre il tappeto rosso per accogliere i saluti i gli urli delle tante fan ma soprattutto dei fotografi in attesa dello scatto perfetto. Per lui, Premio alla Carriera dopo la presentazione del suo film “Modi-Three Days on the Wing of Madness” che lo vede per la seconda volta nelle vesti di regista. Con questo lavoro porta sul grande schermo la vita di Amedeo Modigliani, Modì per i francesi. “A Parigi, nel 1916, il pittore è in fuga dalla polizia: vorrebbe abbandonare la città dove è vissuto a lungo, mentre gli amici Utrillo e Soutine e la musa Beatrice Hastings cercano di convincerlo a restare e a continuare a dipingere. Attraverso una notte di allucinazioni e di incontri, con l’amico mercante d’arte e con un collezionista americano, la sua storia cambia”.Con lui sul Red Carpet il volto duro e seducente dell’attore del momento Riccardo Scamarcio, protagonista del suo film, nel suo abito nero stile “dolce vita” affascina i tanti presenti. In sala Sinopoli dell’Auditorium ad assistere questo evento tanti ospiti del mondo dello spettacolo, della moda, della musica e del piccolo schermo. Bellissimi nei propri abiti scintillanti avvolti dal calore dei tanti fan emergono i volti della conduttrice Caterina Balivo, del modello Michael Morrone e dell’attore Massimiliano Caiazzo della serie di Mare Fuori. A condurre la cerimonia Geppi Cucciari, nel suo abito nero sexy, non dimentica la sua comicità e fa un omaggio, con un discorso senza senso, al Ministro della Cultura Alessandro Giuli e quando ritorna in sé, dice: “Scusate devono avermi dato per errore il discorso di qualcun altro”. Si accusa spesso il Ministro di fare discorsi o affermazioni tanto articolate da non comprenderne il senso. “Comicità” che alleviano la tensione nelle menti dei concorrenti in sala in attesa di sapere chi di essi venisse premiato. Un compito affidato alla giuria preseduta dal regista, sceneggiatore e produttore argentino Pablo Trapero. Al suo fianco la montatrice Francesca Calvelli, l’attrice francese Laetitia Casta, la produttrice Gail Egan e lo scrittore e sceneggiatore Dennis Lehane. Tutti concordi per il Gran Premio della Giuria al regista Michiel Blanchart “La Nuit Se Traîne”; Miglior Film al regista Xin Hu per il suo “Bound in Heaven”; Premio Miglior Opera Prima “Ciao Bambino” di Edgardo Pistone e Miglior attore – Premio “Vittorio Gassman” a Elio Germano per l’interpretazione di “Berlinguer”, film di Andrea Segre. Il regista Xin Hu con questo film “Bound in Heaven” fa un atto di provocazione verso la sua Cina e affronta temi raramente esplorati nel cinema asiatico: “La violenza domestica e le difficoltà che un malato terminale deve affrontare all’interno del sistema sanitario cinese”.Le difficoltà asiatiche colpiscono i giurati ma anche le difficoltà del mondo Italiano fanno breccia. Edgardo Pistone che con “Ciao Bambino” racconta una “storia di dolore sull’eredità dei padri che lasciano in balia degli eventi i figli, costretti a diventare in fretta grandi e ha consumare velocemente la spensieratezza della gioventù”.Il volto di Elio Germano che veste i panni di Enrico Berlinguer, un simbolo di colui che ha creduto il un grande progetto politico di cui si sente la nostalgia e il bisogno.A festeggiare sono stati per Miglior attrice-Premio “Monica Vitti”, Ángela Molina per Polvo Serán di Carlos Marqués-Marcet; Miglior regia, Morrisa Maltz per Jazzy; Premio speciale della Giuria al cast femminile di Reading Lolita in Tehran; Premio speciale del pubblico “Leggere Lolita a Teheran”, diretto dal regista israeliano Eran Riklis”.Diverse le tematiche trattate in questo festival come la guerra, il disagio sociale, la politica, tanti altri argomenti che hanno riempito un contenitore di emozioni e aspettative promozionali.La selezione di diversi generi ha creato un connubio perfetto tra passato e presente. Tuttavia, la delusione per i tanti registi e attori è evidente perché si aspettavano un riconoscimento per il proprio lavoro che, forse, i giurati non hanno colto. Tornando al Red carpet di sabato sera, a folgorare con il suo fascino è stato anche l’attore protagonista di “Conclave” di Edward Berger, Ralph Fiennes. Un thriller inquietante e spiazzante tratto dal bestseller del 2016 di Robert Harris, sceneggiato dallo stesso scrittore con Peter Straughan: “Una notte, un papa molto amato muore all’improvviso; il decano cardinale Lawrence deve organizzare e presiedere il conclave che eleggerà il nuovo pontefice, e i centodiciotto cardinali più potenti della chiesa cattolica si chiudono in Vaticano per le votazioni. Lawrence deve destreggiarsi tra giochi di potere, intrighi, alleanze e deve lui stesso scegliere tra una chiesa illuminata e una tradizionalista mentre un segreto emerge a poco a poco dagli ultimi atti del Papa”.Berger si serve anche dei volti di Sergio Castellitto, Stanley Tucci, Isabella Rossellini e John Lithgow, altri che fanno di questo film una sintonia, fra ciò che è e ciò che appare. Come dichiara il regista stesso: “Volevo mantenere quella tensione costante, quel senso di mistero che si respira nei corridoi bui del Vaticano”.A chiudere l’ultima giornata della Festa le repliche dei film premiati si nelle sale dell’Auditorium Parco della Musica che al MAXXI. Mentre presso la Sala Sinopoli sono stati presentati in anteprima quattro episodi della terza stagione di “Vita da Carlo” di Carlo Verdone e Valerio Vestoso. Una Festa quella di quest’anno che ha dato luogo a diverse polemiche ma soprattutto “fatti” che in qualche modo oscurano la bellezza dei Premiati, come le difficoltà per i “piccoli del cinema indipendente” di essere distribuiti e delle “grandi produzioni” di avere un riconoscimento.Del resto il mondo della settima arte è in continua trasformazione, e con l’avanzamento delle nuove tecnologie come IA, intelligenza artificiale, che aiuterà ad ammortizzare i costi ma, forse, priverà il contenuto di emozioni. Sicuramente le piattaforme digitali come Netflix hanno ridotto il desiderio di entrare in sala ma forse anche la mancanza di sceneggiature che stanno allontanando sempre più il pubblico di massa. Nell’attesa di riscontri facciamo un caloroso applauso ai vincitori di questa 19°edizione della Festa del Cinema.
Articolo di Anna Ferrentino (AF-F) | Foto Alain Guariglia e Francesco Tarallo
Guarda la photogallery








