LA SIMMETRIA DEI DESIDERI


Dopo sei mesi di lavorazione ad una famosa serie tv, non appena la regista ha battuto l’ultimo ciak, ho pensato che la prima cosa che avrei fatto dall’indomani, sarebbe stata fiondarmi in libreria a godere del buono regalo che ho ricevuto a Natale.
Convinta che mi sarei persa come sempre fra i milioni di titoli e che alla fine non avrei trovato nulla che mi appassionasse sono entrata a chiedere direttamente dove fosse posizionato Carver, la mia confort zone, nella speranza di scovare qualcosa che ancora non avevo letto. Li avevo letti tutti e l’unico che ancora mi mancava non era al momento disponibile.
Sei interessata solo a Carver? Mi ha chiesto il commesso e abbiamo iniziato a parlare e a confrontarci.
Quando gli ho detto che faccio fatica a trovare altro perché se la storia è bella, capita che non mi piaccia lo stile, se mi piace lo stile, mi perdo la storia. Che ci sono concetti su cui si divaga troppo e altri che sanno di supponenza… Lui mi ha bloccata e mi ha portata avanti a “La simmetria dei desideri” Quando ho sentito che l’autore era Eshkol Nevo, ho fatto finta di prenderlo in considerazione ma sapevo già che l’avrei posato, e lui se ne deve essere accorto, perché mi ha guardato con la coda dell’occhio mentre serviva un’altra cliente, e mi ha detto: guarda che con Tre Piani non c’entra proprio nulla (a me Tre piani è piaciuto ma a tratti anche annoiato e al momento non ero dell’umore per leggere qualcosa di simile)
Mi ha fatto sorridere, ho capito che mi aveva capita e mi ha convinta: l’ho preso, letto in tre giorni, cercato non appena rincasavo, e ho fatto fatica a posarlo quando l’ho finito.
Pertanto, per tenerlo ancora un po’ vivo con me ve lo racconto….


LA SIMMETRIA DEI DESIDERI di Eshkol Nevo

Nella vita ci insegnano sin da piccoli che bisogna prefissarsi degli obiettivi per poi fare il possibile per raggiungerli, ma nessuno ci dice mai che talvolta, si potrebbe diventare schiavi di quegli stessi progetti. Le cose nel tempo cambiano, cambiamo noi, cambia il mondo attorno e assecondare il flusso dovrebbe essere motivo di crescita e non di avvilimento.
E’ questo il concetto che Nevo spiega attraverso l’amicizia storica di quattro ragazzi che, un giorno, in occasione della partita dei mondiali, decidono di scrivere su un biglietto cosa sarebbero diventati o cosa avrebbero fatto ai prossimi mondiali, ovvero, quattro anni più avanti. I quattro anni scorrono veloci e a raccontarli sarà uno di loro, Yaval, che nel tormento di non essere diventato qualcosa di diverso da ciò che era, scopre l’essenza di ciò che nel frattempo ha vissuto.
Ha ragione il commesso, è un Nevo del tutto differente dall’autore di Tre piani a prescindere che Tre piani sia piaciuto o meno.
La scrittura de La Simmetria dei desideri, è leggera, pulita, scorrevole, si lascia andare a momenti di assoluta ironia che spezzano la monotonia in cui talvolta rischiano di cadere i romanzi e stuzzicano il lettore a proseguire per capire che succede, per cercare una nuova risata, per riflettere su quelle cose che spesso, fuggono, insieme ai propositi stabiliti.
Non c’entra nulla nemmeno con Carver, ma qualcosa ti cattura e te lo fa apprezzare fino in fondo.
Sono le 22.57 l’ho appena finito e mi dispiace molto.
E’ stato di quei libri che non vedi l’ora di tornare a casa per riprenderli, che ti porti a letto e non t’addormenti, che ti spingono a cercare qualcosa di simile, che ti fanno porre delle domande che ti ronzano in testa quando meno te lo aspetti.
E’ stato interessante uscire fuori dai miei binari: un grazie mille a quel commesso! Mi vedrà prestissimo per deragliare ancora!

Appassionata di cinema in ogni suo aspetto e di scrittura creativa, di giorno si occupa di amministrazione di set, fra le varie produzioni con cui ha collaborato ci sono "La grande Bellezza", "Gomorra 2", "Cinque è il numero perfetto", "I Bastardi di Pizzofalcone 3", di notte, invece, che sia per diletto o per lavoro: scrive. Nel 2015, pubblica “In sessanta secondi” un soggetto cinematografico per la raccolta "Rosso e Nero perfetto" (Iuppiter Ed.) e, nel 2018, raggruppa alcuni dei suoi racconti fotografici ne “Il grattino della mosca, brevi storie da leggere in metro o seduti sul wc” (Guida Editori).