Le rose e il deserto è il progetto solista di Luca Cassano
Cantautore classe 1985 nato in ma milanese di adozione. Luca inizia a lavorare alle canzoni per il suo album d’esordio, Cocci sparsi nella primavera 2017, ancora in fase di completamento. Prima di lanciare il suo progetto solista, Luca ha suonato nei locali milanesi con le band Citofonare Colombo e Il quinto piano. In entrambi i gruppi Luca cantava e suonava chitarra e ukulele.
Presentati ai lettori di MediaVox Magazine…
Ciao a tutti, io sono Luca Cassano e sono la faccia, la penna, il cuore, la chitarra e l’anima de Le rose e il deserto, che di fatto è il mio progetto solista. Ho studiato chitarra classica e pianoforte da ragazzino, ma ho abbandonato dopo poco: troppo noioso. Vent’anni dopo, ho ricomprato una chitarra, in un periodo di grandi cambiamenti nella mia vita, e la musica è diventata per me una forma di autoanalisi. Butto nelle mie canzoni tutti quegli aspetti del mio carattere e della mia vita che non ho il coraggio di affrontare.
Vuoi raccontarci come è nato il progetto Le rose e il deserto?
Dal 2014 in poi ho sempre suonato in giro per i locali milanesi. Prima con una cover band, i “Citofonare Colombo”, poi con un progetto di inediti, “Il quinto piano”. Quando quest’ultima band si è sciolta ho deciso che era arrivato il momento per un progetto tutto mio, dove potessi portare i miei gusti musicali, i miei testi, la mia creatività, senza dover scendere a compromessi con nessuno. Ecco, Le rose e il deserto nascono più o meno così.
Da che cosa trai ispirazione per scrivere le tue canzoni?
Mi guardo intorno, sempre, durante i viaggi, durante la mia vita quotidiana, e tengo sempre le antenne ritte ed i sensi accesi. Ogni tanto succede che un avvenimento, magari anche banale, come percorrere una curva su una strada di mare, stimola un ricordo, una riflessione, un pensiero, e buum! Nasce una canzone. Molte di queste canzoni poi però rimangono nel cassetto, perché non superano il controllo della mia autocritica. Ogni tanto qualcuna viene lasciata passare.
Qual è stata l’esigenza che ti ha spinto a comporre “Terzo”?
“Un terzo” è la prima canzone che Le rose e il deserto hanno scritto, e mi emoziona molto pensare che sia anche la mia prima pubblicazione musicale. E’ una canzone che parla di quelle che mi piace definire le piccole-grandi paure metropolitane. Parla di quello che mi manca: mio padre, il mare, i giorni di sole “sprecati” lavorando otto ore al giorno dietro ad una scrivania, un amico perso. E’ una di quelle canzoni che ho scritto in pochissime ore: ero seduto su una panchina ed un cane mi si è avvicinato abbaiando, da cui l’inizio della canzone “Io mi perdo ogni volta che penso a me stesso, ogni volta che un cane da guardia mi ringhia, abbaiando di gusto”. Da lì, scrivere una canzone sulle mie paure è stato tutto in discesa.
Chi sono gli artisti che compongono il tuo bagaglio musicale?
Ascolto tanti cantautori italiani, primo fra tutti l’infinito principe Francesco De Gregori, ma consiglio a tutti i lettori di ascoltare Emanuele Galoni, un artista di classe cristallina, oltre che una persona splendida. Adoro anche Giorgio Canali: farei di tutto per aprire un suo concerto. Da ragazzo ho ascoltato tantissimo combat-folk: i Modena City Ramblers, la Bandabardò, la Casa del vento, e questi ascolti ritornano in alcune mie canzoni più arrabbiate. E poi world music: bossa nova e fado soprattutto!
Dicci tre canzoni che avresti voluto comporre tu…
Cavoli che domanda difficile. Ci sono centinaia di canzoni che avrei voluto scrivere io. Ti nomino tre canzoni che sto ascoltando molto in questi giorni: “Viva la libertà” di Jovanotti, “Lezioni di poesia” di Giorgio Canali e “L’amore è una dittatura” dei The Zen Circus.
Oltre la musica quali sono i tuoi interessi?
Mi piace tantissimo andare al cinema, bere buon vino ed andare alla ricerca di nuove cantine, giocare a beach volley ed ultimate frisbee, leggere leggere leggere.
Questa brutta situazione sanitaria tra l’altro, ci ha costretto a riconsiderare la nostra esistenza. Allora quali sono le priorità della tua vita?
Beh, da questo punto di vista l’emergenza sanitaria non ha modificato le mie priorità: stare bene con me stesso e cercare di far star bene le persone che mi sono vicine.
Che cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?
Per quanto riguarda il futuro de Le rose e il deserto fra poche settimane uscirà per l’etichetta PFMusic il mio EP d’esordio “Io non sono sabbia” da cui il singolo “Un terzo” è estratto. Sarebbe bello anche accompagnare l’EP con un tour promozionale: speriamo si possa fare presto. Per quanto riguarda il futuro dell’umanità… avrei un sacco di pensieri e preoccupazioni, ma è meglio se me le tengo per me.