
L’Arte racconta emozioni e sensazioni senza tempo. Lo sa bene Claudia Mazzitelli che dell’Arte ha una visione originale, profonda e molto raffinata.
Splendido il suo spazio dei sentimenti: Artime, il suo Atelier d’Artista. Una galleria molto particolare che, negli anni, è diventata amata fucina di idee, progetti ed eventi di grande profilo…
Conosciamo meglio Claudia. Un’Artista che mescola ai colori la giusta dose di creatività e profondità…
L’INTERVISTA
Chi è Claudia Mazzitelli? E che cos’è l’arte per te?
«La storia personale di ogni donna è fatta di sentimenti e grandi passioni: io ho trovato tutto questo nell’arte, in questo dono incredibile che da sempre colora il mio esistere e riesce a…
L’arte è una grande avventura umana, ci illustri brevemente il suo percorso artistico. I ricordi sono tanti e tutti particolarmente cari. Resta indimenticabile la mia prima esperienza, la partecipazione ad un’estemporanea dove, a soli 12 anni, vinsi il secondo premio. Da allora fino ad oggi ho preso parte ad eventi artistici di rilievo sia in Italia che all’estero, raccogliendo consensi di pubblico e critica. Le Biennali di Arte Contemporanea organizzate da Flash Art, le Fiere nazionali ed internazionali, i Progetti, le Rassegne d’Arte, i premi e i riconoscimenti sono le esperienze rilevanti che hanno contribuito alla mia crescita professionale. Le mostre all’estero, soprattutto quelle di Londra e Zurigo, mi hanno regalato tante emozioni e gratificazioni. Il progetto di Papa Francesco #ioleggolaBibbia ha avuto come logo l’immagine di una mia opera, esposta poi sull’altare maggiore di Santa Maria in Trastevere per tutta la durata dell’evento. La partecipazione al The Apprentice con Flavio Briatore è stata un’esperienza altrettanto significativa: la squadra che mi aveva scelto è riuscita a vincere la puntata grazie alla mia Rassegna d’Arte, allestita nella Reggia di Caserta. Ho ricevuto il premio Megaris 2019 unico per l’arte e conferito per la prima volta ad una artista donna: è stata l’emozione più grande perchè ha consacrato il valore di tutta la mia ricerca. Oro d’Olimpia è il titolo del mio più recente impegno artistico, dedicato alle campionesse olimpiche italiane, promosso dal presidente, dott. Giovanni Malagò e realizzato nel palazzo H, prestigiosa sede del C.O.N.I. di Roma.
C’è un critico d’arte che la segue? Durante il mio percorso artistico ho conosciuto tanti personaggi importanti del mondo della cultura, della ricerca, della politica e dello spettacolo ma l’incontro con il prof. Angelo Calabrese è stato veramente determinante e mi ha fatto crescere come persona e come artista. E’ stato uno dei più grandi personaggi del nostro secolo. L’ho conosciuto per caso, una ventina di anni fa, quando mi chiesero di accompagnarlo al vernissage di una mostra fuori città alla quale stavo partecipando. Lui era l’ospite d’onore: veniva a selezionare alcune opere tra quelle segnalate dai curatori. Conoscevo bene le sue straordinarie competenze e, durante il viaggio, ci intrattenemmo piacevolmente su svariati argomenti. In realtà ci stavamo studiando a vicenda, e scoprimmo di possedere diverse affinità. Avevamo quasi raggiunto la nostra destinazione quando Lui domandò il motivo della mia presenza e, nell’apprendere che partecipavo all’evento, chiese una descrizione delle mie opere. Non so perché ma decisi di sfidalo e, sorridendo, risposi:” Non vi dico nulla. Sono sicura che saprete riconoscerle! ” Lui annuì, assai divertito. Quando entrammo nella sala espositiva, si guardò velocemente intorno, puntò il dito sui miei quadri e disse: “Sono quelli! ”. Restai sbalordita. Realizzai che avevo appena conosciuto una persona veramente unica e, da quel giorno, ho avuto poi il privilegio di frequentare l’uomo straordinario che, per diversi anni, mi ha onorata della sua amicizia. Angelo Calabrese possedeva una cultura immensa, associata ad un intuito non comune: si avvaleva spesso di questo binomio perfetto per affrontare con estrema serietà e competenza lo studio di qualsiasi argomento, che sapeva proporre sempre in modo originale e personalissimo. Dotato di grande umanità, generosità e senso del dovere, è stato un oratore d’eccezione, capace di coinvolgere chiunque lo ascoltasse. Nel mondo dell’Arte ha seguito intere generazioni di artisti, dal ‘900 al terzo millennio, confrontandosi con molteplici modalità espressive. Ha saputo affrontare tematiche realmente innovative e, con le sue Rassegne d’Arte Visiva, ha regalato al mondo concetti inediti, scoperte rivoluzionarie. Ci ha lasciato un’eredità unica, fatta di saggi, cataloghi e testi eccellenti, testimoni esemplari del suo pensiero e del ”tempo della continuità” in cui è vissuto. Devo moltissimo al Professore Calabrese sia come persona che come artista. Desidero ringraziarlo con affetto sincero per tutto quello che ha fatto per me.
Nell’arte contemporanea si è affermato, soprattutto con l’arte concettuale, la preminenza dell’idea, del concetto appunto, sulla tecnica d’esecuzione. Anche per lei è così? L’arte è spazio che comunica e si serve del linguaggio visivo e delle tecniche esecutive. Generalmente ogni opera d’arte nasce da un progetto nel quale l’artista definisce i concetti principali su cui desidera lavorare e, contestualmente, sceglie anche le tecniche di cui servirsi per conferire più significato a ciò che sta per produrre. Personalmente credo che l’opera nasca soprattutto nel momento in cui viene realizzata e, sicuramente, l’istinto e la creatività giocano un ruolo fondamentale, modificando in parte il progetto iniziale. Lo stato d’animo di chi dipinge interviene sempre nel progetto e l’artista ne è talmente coinvolto che riesce a trasferire sulla tela ciò che sta provando.
Mi descriva la sua definizione di arte?
La storia personale di ogni donna è fatta di sentimenti, emozioni e grandi passioni: io ho trovato tutto questo nell’arte, in questo dono incredibile che da sempre colora il mio esistere e riesce a regalarmi momenti indimenticabili. Vivo la realtà con la creatività e la sensibilità della donna che sono e mi servo della tela per comunicare ciò che provo. Propongo una visione dell’arte decisamente originale ed innovativa perché le mie opere sono cresciute con me, attraverso il lavoro introspettivo che ho fatto su me stessa per superare i momenti difficili della vita. Nel lavoro di ricerca mi servo dei miei sentimenti e delle miei emozioni per raccontare chi sono le protagoniste dell’Histoire Femme e per questo sono stata definita Imprenditrice dell’anima.
L’arte tenta di dare delle risposte alle domande esistenziali dell’uomo. Quali sono le sue risposte artistiche sulle tematiche sociali? L’arte è un linguaggio universale, rivolto a tutti e senza alcun pregiudizio. Negli anni novanta ho difeso la natura, l’ambiente e, subito dopo, ho orientato le mie ricerche artistiche sulle problematiche del consumismo e sulle ingannevoli realtà parallele prodotte dall’informatica. Dalle riflessioni sui comportamenti umani e sulle vicende storiche che li hanno generati è nata poi la mia ricerca più recente, intitolata Histoire Femme. Anche se il concept della mia attuale ricerca è riferito alla donna, sulle tele affronto tematiche culturali e sociali di grande attualità nelle quali siamo tutti coinvolti. Il mio percorso artistico nasce dai sentimenti e dalla creatività della donna che sono ed è realizzato secondo una visione esclusivamente al femminile ma, di fatto, veicola il mio pensiero e le mie riflessioni sulla realtà che tutti viviamo. Le protagoniste dell’Histoire Femme sono Testimonial eccellenti del momento storico e delle problematiche ad esso connesse: osservando i miei lavori nell’insieme e nei dettagli, chiunque ha la possibilità di percepire, relativamente al proprio vissuto, il valore psicologico, culturale e sociale di ciò che intendo comunicare.
Quali sono, tra i maestri della storia dell’arte, i suoi riferimenti artistici? Nelle mie scelte di vita non ho condotto studi artistici, ho seguito un percorso diverso ma ho avuto modo di conoscere i grandi maestri della storia dell’arte nei miei studi personali. Pur apprezzandone la creatività e l’ingegno, nel mio fare arte ho lavorato in modo sperimentale, concentrandomi sulla creatività personale, sulla ricerca dei materiali e sull’originalità delle tecniche suggerite dal mio istinto. Per la mia ricerca, l’Histoire Femme, ho scelto una musa ispiratrice straordinaria: Palma Bucarelli. E’ stata una donna unica perchè, all’onestà del pensiero e all’intransigenza della scienziata ha saputo abbinare il coraggio dell’eroina, praticato in tempi difficili per salvare il patrimonio artistico della Galleria di Arte Moderna di Roma. Palma Bucarelli, alla dignità manifestata nei suoi ruoli ben esercitati, ha unito quell’avvenenza femminile che ha fatto di lei la donna-diva esemplare, il punto di riferimento perfetto della mia ricerca e anche per questo l’Histoire Femme è stata citata più volte nel testo intitolato L’Altra Palma. Esiste un legame speciale tra me e le opere che fanno riferimento a lei in modo specifico, che la raccontano nel suo modo di essere unico ed irripetibile.
Che tecnica usa per l’esecuzione delle sue opere?
La mia creatività si esprime attraverso la pittoscultura. Per realizzare un lavoro artistico mi serve molto tempo perché, dopo lo studio accurato della tematica e della tipologia di ciò che intendo realizzare, ne progetto con cura l’immagine, scelgo i colori e tutti gli elementi da aggiungere per conferire più significato all’opera. Una volta completata la ricerca dei materiali da inserire, inizia la fase della realizzazione vera e propria. Anche qui i tempi non sono brevi perché prima dipingo il quadro e, successivamente, mi dedico ad applicare con cura tutto quello che ho progettato di inserire, fidandomi soprattutto della mia creatività. Questa fase non è programmabile: l’opera prende consistenza e nasce sul momento, suggerita dal mio istinto e dalle emozioni che provo. La maggior parte di quello che inserisco è cucito a mano, con pazienza e precisione, anche perché in questa fase non posso fare errori per non rovinare la tela. Lavoro con i materiale più diversi: carta, cartapesta, perline, merletti, strass, nastri, tessuti, materiale riciclato e tanto altro. Mi fa sempre piacere dare una nuova possibilità alle cose scartate, apparentemente inutili, quando intravedo la possibilità di riproporle in modo insolito ed inusuale. Mi piace anche usare la seta di S. Leucio che è considerata un’eccellenza del mio territorio ed è famosa nel mondo.
Ci parli dei suoi nuovi progetti artistici? L’Histoire Femme è una ricerca impegnativa che affronta tematiche culturali di rilievo e di grande attualità e, per questa ragione, la rielaborazione creativa dei contenuti delle mie opere è richiesta in eventi, convegni e manifestazioni pubbliche e private. Offro spesso disponibilità per le iniziative sociali. Prediligo contesti culturali e rassegne tematiche innovative.
Attualmente sto partecipando al progetto argentino “La Iglesia de los Angeles” indetto dalla Foudacion Museo del Parque – El Milagro. Nei prossimi mesi sarò impegnata a promuovere un percorso culturale intitolato “Women – volti di appunti di viaggio” che prevede rassegne personali di arte contemporanea dedicate esclusivamente alle opere di piccolo formato. Realizzate anche in contesti non specificatamente artistici, queste esposizioni nascono per favorire la diffusione del concept della mia ricerca anche nella certezza di concentrare l’attenzione sulla realtà femminile in termini di maggiore rispetto e dignità. Ho in cantiere progetti di collaborazione con il Museo “Michelangelo” di Caserta e con la Pinacoteca Comunale “Antonio Sapone” di Gaeta, per i quali sto già realizzando opere tematiche particolari. I miei lavori sono in esposizione permanente in Artime, il mio Atelier d’artista, e sono visibili anche sul sito www.claudiamazzitelli.com e su facebook nella pagina Claudia Mazzitelli Artista.
Il Covid ha segnato l’era contemporanea, qual è stata la sua risposta artistica alla crisi che stiamo vivendo? Ho cercato di vivere la pandemia come momento di riflessione sul lavoro di ricerca dell’Histoire Femme. Ho impaginato la mia monografia che presto andrà in stampa. Ho partecipato comunque ad eventi e mostre online e, quando possibile, anche in presenza.
Ho utilizzato il tempo per progettare e sperimentare tecniche innovative da cui sono nate nuove opere. Tra queste Chimera è sicuramente quella che mi ha coinvolto in modo particolare: nell’esaltare la gioia per le scoperte scientifiche di rilievo, ho reso omaggio alle Donne della Scienza a cui è stato conferito recentemente il premio Nobel, esprimendo anche la preoccupazione sull’uso futuro delle loro ricerche, che dovrebbe essere volto sempre a garantire e tutelare il benessere dell’umanità.
Cosa pensa del mercato dell’arte? Mi riferisco soprattutto alle problematiche tra le gallerie e gli artisti emergenti. Diventare artista riconosciuto non è mai stato un percorso semplice e, secondo me, non va neanche collegato alle gallerie e al mercato dell’arte perché la ricerca di chi si esprime in arte non è una fabbrica di opere da vendere: è cultura.
La cultura racchiusa in un atto creativo di rilievo, se riconosciuta come tale, deve essere incentivata e promossa perché conferisce valore aggiunto alla cultura del popolo a cui appartiene. Se non abbiamo capito questo, non prendiamo sul serio l’arte.
In Italia attualmente la figura professionale dell’artista non esiste e noi, che ci esprimiamo nell’ambito dell’arte contemporanea, siamo considerati come hobbisti. La maggior parte dei musei italiani propone solo opere di artisti classici e maestri del novecento. Nei paesi esteri i nostri colleghi sono molto più fortunati perché, essendo professionisti riconosciuti dal Governo, sono apprezzati, aiutati nei loro percorsi culturali e le collezioni artistiche di rilievo vengono promosse in tutto il mondo con finanziamenti dedicati.
Auguriamoci che in un prossimo futuro anche il nostro Paese possa scoprire il valore culturale dell’arte contemporanea che, nel suo ruolo di invenzione creativa, risponde all’esigenza di comunicare oltre i termini del contingente e dell’attuale per proiettarsi nel divenire, trasformandosi in spazio che comunica per definire le grandi problematiche sociali anche nell’intuitiva ricerca di possibili soluzioni.
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