
Esiste un legame profondo tra il mondo dei vivi e quello dei morti nella città di Napoli e questo è tangibile al Cimitero delle 366 Fosse dove dal 1762 era possibile seppellire i poveri della città, all’ossario delle Fontanelle che accoglie il culto delle “anime pezzentelle” ossia l’adorazione e la cura di un determinato cranio in cambio di protezione, alla Chiesa delle Anime del Purgatorio a quella di Santa Luciella ai Librai.
Il docufilm “Napoli: l’aldilà di tutto” del regista Gualtiero Perice e interpretato tra gli altri da Antonia Truppo, Lello Arena e Suami Puglia, esplora proprio la dimensione di una perdita e della sua elaborazione. Il film incomincia con la lettura di alcune frasi tratte dal libro “La doppia vita dei numeri” di Erri De Luca che fornisce l’incipit per un viaggio spazio-temporale che porterà una mamma e sua figlia, profondamente segnate da un lutto recente, a solcare il confine, in luoghi, dove la divisione tra la vita e la morte appare più labile.
Il docufilm “Napoli: l’aldilà di tutto” di Gualtiero Perice è stato prodotto da Cyrano New Media e realizzato con il contributo del Ministero della Cultura e il sostegno della Film Commission Regione Campania.
MediaVox Magazine ha scelto di intervistare la giovanissima e talentuosa attrice Suami Puglia.
L’INTERVISTA

Ciao Suami, ci rincontriamo. Dopo aver partecipato al lungometraggio “Santa Lucia”, al film “Quel posto nel tempo” ora hai interpretato il docufilm “Napoli: l’aldilà di tutto”. Quale tuo ruolo in questo docufilm? Interpreto il ruolo di una bambina che ha appena perso il papà e non vuole dimenticarlo.
Hai lavorato nel Cimitero delle 366 Fosse, nell’ossario delle Fontanelle…
Come è stato recitare in questi luoghi lontani dalla luce del sole? Sicuramente indimenticabile perché ho potuto vedere dei luoghi molto affascinanti anche se un po’ cupi.
Come sei stata coinvolta in questo progetto? La mia agenzia “Pm5talent” di Peppe Mastrocinque mi ha fatto partecipare al casting e con mio grande piacere, sono stata subito scelta.
Un dietro le quinte divertente? Alle riprese del docufilm sono stata accompagnata da mia zia Federica che aveva una gran paura delle “capuzzelle” mentre io mi sono sentita più a mio agio… E giorno nascosta nel buio ho fatto rumori strani con la voce e lei si è spaventata parecchio. Però tutto è finito in una gran risata.
Come ti sei avvicinata alla recitazione? Semplicemente per caso. Tutti mi dicevano che assomigliavo all’attrice Maria Grazia Cucinotta allora ho iniziato a spedire delle foto che sono piaciute ed eccomi qua.
Quale genere di film preferisci guardare? Mi piacciono i film fantastici dove è possibile viaggiare con la fantasia.
Quali sono le tue canzoni preferite? Non ho delle canzoni preferite bensì un gruppo preferito: i Maneskin. Quando ascolto le loro canzoni inizio a cantare e ballare a più non posso.
Rileggi l’intervista rilasciata da Suami a MediaVox Magazine nel marzo 2021, clicca QUI