La Musica è simbolo di rinascita

Il Maestro Enzo Avitabile e la giornalista Antonietta Serino
Il Maestro Enzo Avitabile e la giornalista Antonietta Serino

L’incontro con Enzo Avitabile in occasione del concerto per la Festa della Madonna delle Galline 2022 a Pagani (SA) è stata la giusta occasione per regalarci e regalarvi un’interessante chiacchiera…

Enzo Avitabile, oltre che essere uno straordinario musicista, possiede una dote rara: quella della riservatezza. E’ una di quelle persone che, pur vivendo nel mondo dello spettacolo e calcando palcoscenici da oltre trent’anni, è rimasto una persona umile e sensibile. Artista poliedrico e culturalmente raffinato ma, al tempo stesso, sanguigno e comunicativo. Enzo Avitabile lascia in chi l’incontra una traccia indelebile.

L’INTERVISTA

Grazie maestro per avermi dato la possibilità di incontrarla. E’ un vero piacere poterla intervistare per Mediavox Magazine… Benvenuta! Inizia a darmi del tu…

Enzo, i tuoi testi portano sempre a riflettere su temi molto attuali. Come stai vivendo questo periodo segnato dal Covid-19 e come, secondo te, ciò ha cambiato la Società? Il Covid ci ha completamente impauriti, ci ha condizionati. Stiamo vivendo una condizione molto fantascientifica. Però, noi speriamo di superare questo periodo di paranoia, di tensione e di paura. C’è una grande speranza che sta diventando anche un grande desiderio. Il desiderio di un mondo migliore, di un qualcosa che sia duraturo.

Dopo un periodo molto complicato, in cui i concerti in presenza si sono alternati alle performance in streaming, si torna dal vivo. La musica torna a vivere. Torna l’emozione straordinaria di poter godere della musica dal vivo, di poter assaporare tutti quei momenti che rendono unica l’esperienza del concerto, dall’arrivo sul luogo all’attesa dell’inizio, dal silenzio del pubblico all’applauso più intenso.
Emozioni sempre nuove anche per gli artisti che vivono il momento del concerto dal vivo come banco di prova e momento massimo di espressione artistica, dove tutto può succedere, dove la concentrazione arriva al massimo in un turbinio di sentimenti e in uno scambio continuo con il pubblico.

Enzo, la forza simbolica di questo concerto è evidente. La pandemia ha cambiato in maniera radicale il nostro modo di intendere la musica, il rapporto con il pubblico, e non solo. Il senso di precarietà, che già ci accompagna da sempre, è ora molto più forte: facciamo progetti che non sappiamo se potremo realizzare oppure no. Ma certo noi andiamo avanti, non ci fermiamo. Voglio però sottolineare che questo concerto acquista una valore aggiunto perché avviene durante i festeggiamenti della Madonna delle Galline.

Perché questo valore aggiunto? La festa della Madonna delle galline è uno dei raduni più importanti del sud d’Italia. Sono veramente emozionato al pensiero di partecipare a questo evento, per il significato che diviene significante. E’ un incontro di solidarietà, un incontro che vive. Mi affascina quel messaggio unitario di tutti coloro che vi partecipano con il massimo della coscienza verso una vera sacralità. Questo incontro, che nasce dalla fede nella Madonna, diviene, così, un inno alla vita. La festa, autentica primavera dello spirito, si articola in tre momenti essenziali: uno di fede, uno di gioia (luminarie, suoni, danze con tammorre e castagnette e tavole imbandite), e un altro, infine, di condivisione e solidarietà (maggiore attenzione alle varie realtà di povertà, vicine e lontane). Così la vera devozione alla Madonna delle galline, ricondotta alla sua genuinità, riscopre nella fede la sua sorgente, e la sua festa non si agita più tra sacro e profano, ma si ricolloca in una dimensione antropologica più vera, che è insieme vita, cultura e religiosità. E il mio desiderio è di cantare un’unica canzone che parla dell’esistenza di un’unica razza: quella umana!

Così in te trovano spazio e stimolo il jazz, il blues, il rap, i canti devozionali… Io attingo ai vari codici per creare il mio codice. Perché la musica è musica, non è che la puoi sempre etichettare, inscatolare. E questo dovrebbe valere per tutti i linguaggi artistici.

Primo grande devoto della Madonna è stato il nostro celeste Patrono, il Dottore della Chiesa, Alfonso de Liguori. E tu, Enzo, sei nato a Marianella, il paese che ha dato i natali ad Alfonso, di cui Pagani, gelosamente, custodisce le reliquie e la memoria.
Io sono un napoletano di Marianella, il quartiere in cui è nato sant’Alfonso Maria de’ Liguori, dottore della Chiesa, scrittore, architetto, avvocato poeta, missionario, scrittore, compositore. Noto per aver composto ‘Tu scendi dalle stelle’. In realtà è stato il primo grande cantautore napoletano.
A lui si devono le ‘canzoncine spirituali’, componimenti devozionali di influenza immane sulla tradizione popolare italiana: Sua è ‘Quanno nascette ninno’, calco originale di ‘Tu scendi dalle stelle’.

Per te, dunque, Sant’Alfonso è un riferimento artistico e spirituale… La mia guida è stata Sant’Alfonso Maria de Liquori, mio concittadino e faro illuminante della mia vita. Attento ai diritti di Dio e alla dignità e libertà dell’uomo, si porta dentro tutto il dramma di situazioni che a volte sembrano inconciliabili. Nella sua mente di genio e nella sua opera denuncia tutta la fatica dell’incontro tra queste due fedeltà, a Dio e all’uomo; fanno ressa tutte le contraddizioni del cuore umano. Ma è proprio questo che rende Alfonso grande e, nello stesso tempo, moderno. È questo che lo fa “napoletano” per ogni tempo, uomo vivo e impegnato a mediare tra legge e libertà, tra Grazia e peccato, tra storia ed Eterno.
A una teologia morale chiusa nella puntuale indicazione di leggi e atti da fare o non fare, Alfonso sostituisce una proposta morale capace di evolversi anche in dottrina morale come spiritualità. Doveva nascere una morale integrale, fondata nella carità e concretizzata nella prudenza. Artisticamente, sull’esempio di Alfonso, ho voluto fare un percorso che mi ha portato ad essere presente con il mio dialetto, con la mia lingua napoletana, ma non con uno stereotipo di proposte, ma con una verità oggettiva che mi rendesse originale nel mondo.

Enzo Avitabile e Sant’Alfonso, dunque, con i natali a Marianella, il quartiere a nord di Napoli dove un tempo si coltivava canapa. Oggi è un’area “difficile”. Cemento e abbrutimento. La campagna di Marianella era possedimento dei Liguori e proprio lì poi è sorto il quartiere Scampia. La campagna di Scampia che una volta accoglieva passeggiate, pensieri e preghiere del “più napoletano dei Santi e il più Santo dei napoletani” oggi accoglie una delle più grandi realtà di violenza e di emarginazione.
La terra di Sant’Alfonso è ancora la casa madre di tutti i vinti della città, di tutti i fuori di vista, i diseredati. Sant’Alfonso è ancora il faro illuminante degli ultimi. La sua musica, partendo dalla tradizione della canzone popolare partenopea, coglie il respiro delle genti che vivono nelle tante periferie esistenziali del mondo. E anch’io, sull’esempio di Alfonso, ho voluto raccontare il disagio e le sofferenze di tutte le terre che io definisco a svantaggio. Terre che a me non piace definire povere perché credo che nessuna terra vuole essere povera, ma c’è qualcuno che le rende tali, dunque terre a cui non viene data una opportunità, una probabilità.
Sant’Alfonso, insomma, è stato da sempre il fratello degli ultimi e a lui ho dedicato il Sacro Sud.

Un napoletano come te si sente a casa, allora, anche a Pagani? Sicuramente. Anche se bisogna sempre uscire fuori da quello che io definisco napoletanesimo, l’ovvio, il pensiero e la parola ammuffita, la famosa cartolina folklorica a cui da secoli la nostra Terra viene sottoposta e si sottopone. Significa sperare fortemente che un’intervista come questa si diffonda e non resti relegata a pochi e buoni.

Grazie di tutto, Maestro.

PROSSIMO APPUNTAMENTO CON ENZO AVITABILE

🗣️ Un bellissimo #evento per chi ama il #Sud, la #Cultura e la #Musica… per chi vuole riassaporare il gusto della #socialità… per chi ha semplicemente voglia di incontrare #bellagente 👏🔝
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‼️Sabato 7 maggio
Corte di Taverna Penta – Pontecagnano Faiano (via Abate Conforti, 1) 👉 Enzo Avitabile (Official), riceverà il Premio SUD 20/40 per la Musica 2022 e dialogherà con Federico Vacalebre per il racconto di un Sud che non dimenticheremo.
In collegamento: Maurizio de Giovanni
✅ Posti limitati
✅ Prenotazione obbligatoria
👉 Per info: +39 338 853 7247
https://www.facebook.com/SUD2040/
🎼 #sud2040

Docente di Discipline Giuridiche ed Economiche presso l’I.S.I.S. “G. Fortunato” di Angri , di cui è anche collaboratore-vicario. Laureata in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Salerno con 110/110 con lode e licenziata in Teologia Dommatica summa cum laude presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – sez. San Tommaso, ha conseguito due Master in Studi storico-religiosi ( Ebraismo, Cristianesimo e Islam; Il Cristianesimo antico nel suo contesto storico) presso l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, il Master di II livello Management e Leadership delle Istituzioni Educative presso l’Università degli Studi di Bologna e il master Didattica e Psicopedagogia per i disturbi specifici di apprendimento presso l’Università degli Studi di Salerno. Ha pubblicato molti volumi. Sensibile e attiva nel dibattito socio-culturale sul territorio campano.