Danilo Autero: il Teatro è immaginazione

Intervista all’attore e regista Danilo Autero, premiato per i meriti Universali

Danilo Autero è attore, regista e drammaturgo della compagnia Ideazione Teatro, da lui fondata nel 2006. Per ogni progetto culturale la compagnia si avvale di artisti eccezionali, ciascuno con la propria storia e il proprio bagaglio di esperienze culturali da condividere per emozionare. Gli spettacoli sono il risultato di una travolgente miscela di tutte le forme d’arte, che diventano un legame alchemico tra interpreti e spettatori. Per Danilo Autero il teatro è immaginazione, un veicolo di creatività e di idee che aiutano a porsi delle domande, e a riflettere criticamente sul nostro presente.
Tra gli ultimi spettacoli di successo firmati da Autero ci sono “La vita di Giovanni e Paolo” e “Madre Terra”. Il primo, andato in scena per la prima volta nel 2018, è ispirato alle vite di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ritratti non come miti, ma come essere umani. “Madre Terra”, invece, ha debuttato per la prima volta proprio quest’anno, ed è lo spettacolo con il quale il regista si pone l’obiettivo di sensibilizzare ed educare gli spettatori al rispetto del nostro pianeta.
Grazie a questi due spettacoli, lo scorso 4 giugno Danilo Autero ha ricevuto un riconoscimento molto importante, ossia il conferimento dei titoli accademici ISFOA durante la prima edizione del Premio Internazionale per i meriti Universali.

L’evento si è tenuto in Vaticano nel prestigioso palazzo del Cardinale Cesi, per premiare quanti si sono distinti nel settore del volontariato e in tutte le discipline socio-culturali. Autero, lavorando fianco a fianco con i ragazzi delle scuole, si è fatto portatore di questi valori universali con i suoi laboratori teatrali, veicolando messaggi importanti, sempre schierati a favore di una cultura di pace e di solidarietà. MediaVox Magazine lo ha intervistato.

Leggiamo le parole di Danilo, profonde e coinvolgenti, e scopriamo insieme a chi ha dedicato questo Premio cosí prestigioso…

L’INTERVISTA

Danilo, ci racconti un po’ di te? Sono un attore, regista e drammaturgo, ma ho iniziato tanto tempo fa come attore, al Teatro San Venesio di Salerno. Tutto è nato per la mia curiosità e per la voglia di mettermi in gioco, perché vidi questo manifesto del Teatro Popolare Salernitano che annunciava l’inizio di un laboratorio teatrale. Tra me e me dissi “perché no!” e da lì è cominciata tutta la mia esperienza teatrale. Mi sono letteralmente innamorato di questo mondo, anche se nel frattempo ho continuato a studiare Giurisprudenza per poi decidere di approdare a Roma e dedicarmi a tempo pieno a questo mestiere. Il teatro mi ha aperto un mondo nuovo, e mi ha permesso di acquisire una nuova forma mentis facendomi innamorare delle altre arti, come la letteratura e il cinema.

Oltre al teatro, hai lavorato anche per il cinema e per la televisione. Quali tra questi mezzi è quello che preferisci? L’attività cinematografica e quella televisiva sono sicuramente più comode e remunerative. Però, lo spettacolo dal vivo è tutta un’altra cosa. Quando inizi non puoi più stopparti o tornare indietro per ripetere le tue battute, l’errore non è contemplato; qualunque cosa accada “the show must go on”! E questo dà un’emozione dal vivo che è incredibile, perché in quell’ora di spettacolo hai davanti a te un pubblico che è pronto a sbranarti, emozionarsi ed emozionarti. La TV o il cinema ti offrono da subito maggiore popolarità, e hai la possibilità di ripetere le scene in caso di errore. Ma il teatro è più magico.

C’è una figura con cui hai lavorato che ancora oggi porti nel cuore? Ce ne sono tanti di maestri che ho incontrato e che potrei nominare. Una delle cose più belle di questo mestiere è l’incontro con quelle figure meravigliose, che ti aprono il cuore a nuove esperienze di vita. Non posso non nominare le due figure che mi hanno fatto innamorare del teatro: Alessandro Nisivoccia e Regina Senatore sono stati, per me, due maestri di vita. Insieme mi hanno iniziato a questo mondo e mi hanno offerto l’opportunità di intraprendere questo mestiere. Erano severissimi, ma sono stati preziosi. Tuttavia, c’è una figura che per me ha rappresentato e rappresenterà sempre un punto di riferimento nell’arte e nella vita: mio padre. È venuto a mancare di recente, ma senza dubbio è lui il mio punto di riferimento artistico. Pur non essendo un artista di professione, era comunque un creativo in tutto quello che faceva; dalle piccole alle grandi cose, trovava sempre una soluzione a tutto! È stato un papà splendido, una persona piena di luce, che emanava energia e solarità.

Oggi lavori a contatto con i ragazzi, facendo conoscere loro la realtà del teatro. Qual è l’impatto e la reazione che hanno quando scoprono questo mondo? Meraviglioso, sono bellissimi! Le scolaresche sono il pubblico più bello, perché sono giovani e parte attiva dello spettacolo. Sono un pubblico interattivo, che risponde immediatamente alle battute coinvolgendo gli stessi attori sul palco. Tutto questo rende lo spettacolo molto più bello e interattivo. I giovani hanno quella freschezza e quella vitalità che li rende parte viva e attiva dello spettacolo. Mi piacciono da morire, danno un’energia pazzesca.

Il teatro è considerato ancora come la massima espressione artistica, eppure le persone preferiscono altre forme di intrattenimento e a teatro ci vanno pochissimo. Cosa si può fare per invertire la rotta? Offrire loro spettacoli travolgenti, con un linguaggio adeguato ai tempi. Uno spettacolo teatrale ben fatto ti rimane nel cuore, perché è legato a un’emozione che tu vivi in quel momento. Rispetto a un film bellissimo, mediato dallo schermo, ti regala un’esperienza che porti nel cuore a lungo. A parità di esperienza, l’accadimento live è sempre più forte.

A giugno hai ricevuto il Premio Internazionale ISFOA per l’impegno socio culturale profuso e vissuto nella quotidianità. Come hai reagito alla notizia di questo premio? Quando me l’hanno proposto in un primo momento mi sono fatto qualche domanda, perché ricevere un premio per meriti universali mi suonava davvero altisonante. Poi, ne ho capito il concetto e ho compreso che questo premio mi veniva assegnato per la tipologia di spettacolo teatrale che portiamo in giro e per i temi trattati, come il rispetto per l’ambiente e il valore della legalità. Due tematiche che fanno parte degli spettacoli “La vita di Giovanni e Paolo” e “Madre Terra”. Con quest’ultimo abbiamo debuttato per la prima volta quest’anno, ottenendo da subito un grande successo. E ne siamo doppiamente felici, perché finalmente, dopo le restrizioni covid, abbiamo ripreso a girare per i teatri d’Italia.

Come hai vissuto il periodo del Covid? È stata dura, perché l’attività teatrale era completamente paralizzata. A fine febbraio 2020 eravamo appena tornati dalla Sicilia con lo spettacolo “La vita di Giovanni e Paolo” e da quel momento ci è stata annullata tutta la tournée di marzo e di aprile. Ci siamo dovuti fermare ma, anziché scoraggiarci, io e la compagnia ne abbiamo approfittato per scrivere e provare un nuovo spettacolo, Madre Terra. Il lavoro teatrale è lungo e faticoso: passare dall’idea alla scrittura fino alla messa in scena implica un lavoro enorme, che richiede almeno uno o due anni di lavorazione.

Chi sono le persone che collaborano con te? In teatro la sinergia è preziosa, e io sono circondato da tantissime figure preziose che mi aiutano e supportano il mio lavoro di drammaturgo e regista. Ci sono tante figure professionali che mi stimolano a fare del mio meglio: dagli scenografi al meraviglioso cast degli attori, dai tecnici agli ingegneri del suono, ma poi ci sono anche tanti altri collaboratori che si occupano di organizzare materialmente gli eventi grazie alle loro competenze. Lavorare da soli sarebbe impossibile, il supporto e la sinergia sono fondamentali.

A cosa stai lavorando adesso? Quali progetti hai in cantiere? Al momento abbiamo ripreso la tournée con “Madre Terra”, uno spettacolo che deve ancora girare tantissimo. Ma in cantiere abbiamo già qualcosa di nuovo su cui stiamo lavorando…

Ci puoi anticipare qualcosa? Mi piacerebbe affrontare il tema della violenza di genere, una tematica attuale che potrebbe diventare lo spunto per lanciare un messaggio sociale concreto, in grado di contribuire allo sviluppo di una capacità critica nei ragazzi. L’obiettivo dei nostri spettacoli non è tanto quello di indicare necessariamente una strada da seguire, quanto di stimolare in loro una riflessione critica e personale su tematiche sociali importanti.

Cosa ti auguri per il futuro? Mi auguro di poter continuare a fare spettacolo sempre. Questo è davvero l’augurio più grande che possa fare a me stesso e a tutti coloro che vivono di teatro, soprattutto dopo gli ultimi due anni di stop forzato.

Biografia/Danilo Autero nasce ad Avellino nel 1978. Intraprende la sua carriera d’attore a 16 anni, presso il Teatro Popolare Salernitano diretto da Alessandro Nisivoccia e Regina Senatore, attori di lungo corso rispettivamente nelle storiche compagnie teatrali di Eduardo De Filippo e Vittorio Gasman. Nella compagnia diventa presto primo attore giovane, passando abilmente da ruoli drammatici a ruoli comici, da Beppe in Mia famiglia (1997) di Eduardo De Filippo ad Edmund nel King Lear di Shakespeare (2003). In veste di attore affronta con tenacia autori quali Checov, Mallarmè, Brecht, Euripide, Steinbeck, Benni, Beckett, F.Veber, D.Buzzati, S.Kane, Pinter.
Nel 2002 ottiene il premio “Torre D’oro” come miglior attore al festival di Vico Equense, per l’abile interpretazione in Terzetto spezzato di Italo Svevo. Nel 2002 inizia la sua partecipazione al cinema nel film di Valerio Jalongo “Sulla mia pelle” e nel 2003 in “Mater Natura” per la regia di Massimo Andrei. Perfeziona la tecnica attoriale attraverso importanti esperienze con Ferruccio Soleri, Jales Smith, Milen e Storik, Michael Margotta, Michele Monetta, Massimo Lanzetta, Barberio Corsetti. Frequenta la scena contemporanea del teatro ma significativo è l’incontro nel 2005 con la regista Emma Dante, per la messa in scena dello spettacolo Cani di Bancata. Nello stesso anno prende parte alla fiction Grandi Domani e nel 2006 è protagonista nella fiction Vivere. Negli anni successivi continua ad alternare l’attività cinematografica a quella teatrale: nel 2007 è interprete in Noemi, di Sydney Sibilia e Fabio Ferro, e prende parte al film per la TV Due imbroglioni e mezzo, per la regia di Franco Amurri. Nel 2008 è interprete nel film Scaccomatto per la regia di Carlo Fumo e in teatro veste il ruolo di Masaniello per la regia di Amatruda. Nel 2009 con il suo terzo spettacolo “Fusi e Confusi” ottiene un ottimo successo di pubblico e critica presso il Festival Giffoni Teatro. Nel 2010 è protagonista del film Dreamland per la regia di Sandro Ravagnani.
Nel 2011 è anche protagonista delle pubblicità della nota serie americana “Fox Crime”. Nel 2012 è regista dello spettacolo teatrale La Parrucca di Mozart tratto dal libro scritto da Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. Oggi, insieme alla sua compagnia “Ideazione Teatro” è in tour con due spettacoli importanti: La vita di Giovanni e Paolo (ispirato alle vite dei giudici Falcone e Borsellino), e il nuovissimo Madre Terra.

Condividi questo articolo...Print this page
Print
Email this to someone
email
Share on Facebook
Facebook
0Tweet about this on Twitter
Twitter
Share on LinkedIn
Linkedin
Pin on Pinterest
Pinterest
0

Laureata in Giornalismo e Cultura editoriale all' Università di Parma nel 2018. Ha collaborato con italianradio.eu come articolista e conduttrice radiofonica di Radio Pizza Olanda, il canale di informazione per gli italiani residenti nei Paesi Bassi. Dopo una breve esperienza formativa negli studi di Radio ART si è trasferita in Svizzera e attualmente vive a Montreux. Appassionata di musica, moda, cinema e tecnologia.