
In “Racconti bislacchi e stralci di vita quotidiana“, pubblicato da Edizioni Simple, Patrizia Palombi dà voce ad eroi per caso, quelli che tutti i giorni vivono aggrappati ai loro sentimenti e lo fa con leggerezza ed ironia, alla sua maniera, insomma, un po’ bislacca. Il libro composto da una breve raccolta di dodici racconti, si sofferma sulla gente normale che affronta con coraggio e dignità tutte le varie vicissitudini della vita. Magari cadendo e toccando il fondo ma senza perdere la speranza che domani sarà un giorno migliore.
L’INTERVISTA
Com’è nata l’idea che ha dato vita a “Racconti Bislacchi”? I miei Racconti bislacchi sono nati con l’idea di raccontare storie dei cosiddetti eroi del quotidiano, gente comune che, nella sua semplicità, affronta con coraggio ed estrema dignità la vita. In quasi tutti i racconti vi è molta ironia; in altri drammatici, invece, tratto temi sociali che riguardano i diritti delle donne e, in un racconto, dal titolo “Oreste ed Anna” parto addirittura dagli anni sessanta descrivendo la Roma e le zone circostanti dell’epoca. Quindi ho fatto anche un lavoro di ricerca, ricordandomi ciò che mi raccontavano i miei genitori e che hanno vissuto in quel periodo storico.
Perché hai definito “Bislacchi” i tuoi racconti? Ho definito i miei Racconti come bislacchi perché, alla fine, parlano di gente normale, persone che, con le loro peculiarità, risultano buffe, inadeguate ma maledettamente vere. In un mondo che ci propina immagini di perfezione ed individui omologati, l’essere diverso dalla massa diventa qualcosa di strano. Il mio messaggio è proprio questo, ritornare ad essere veri e non vivere di apparenze.
Nunzio, Alberto, Anna. I protagonisti dei tuoi racconti sono persone reali oppure delle invenzioni letterarie? Sono stata ispirata da amici e genitori, prevalentemente. Ho molti amici e conoscenti, di età varia e soprattutto mi piace ascoltarli, un grande arricchimento per me. Ho iniziato con il passato, con la terza età, chiedendo ai miei amici più grandi che cosa avessero provato in certe situazioni, fino ad arrivare alla storia di un giovane, della stessa generazione dei miei figli. Realtà e quotidianità grandi fonti di ispirazione.
Quanto c’è di autobiografico nel libro? Nei vari racconti sicuramente ci sono note autobiografiche, come nel racconto “Passettini” dove celebro l’amore per gli animali; oppure nella storia di Matteo in cui descrivo l’inquietudine di un giovane ragazzo. In ogni storia riporto le mie esperienze di vita e le mie emozioni.
Nei tuoi racconti non si parla di eventi eccezionali bensì di storie quotidiane. Sono le piccole cose a dare un senso alla vita? Certamente, le piccole cose fanno la differenza proprio perché in un periodo storico in cui si descrivono fatti straordinari, veri o presunti, la normalità, il dover lottare quotidianamente non ha il giusto risalto. Il senso alla vita lo dà la purezza del cuore, l’onestà dei sentimenti e soprattutto la propria libertà; se si è schiavi di un sistema non si è liberi e non si è felici.
Qual è il filo conduttore che lega i racconti? Senza dubbio è la speranza, il pensiero che nella vita si può sempre ricominciare, basta volerlo. Mai abbattersi e cedere alla depressione e all’avvilimento, ognuno di noi deve trovare la forza in sé stesso per andare avanti.
Perché hai sentito l’esigenza di scrivere il libro?Sicuramente per dare voce a tutti coloro che si sentono invisibili o semplicemente che non si sentono capiti. Scrivere della quotidianità significa scrivere di noi, dei nostri sentimenti, di ciò che amiamo ma anche di ciò che ci affligge. Alla fine celebro la vita nei più svariati aspetti e soprattutto cercando sempre la verità.
Che cosa desideri che resti al lettore del tuo libro?
Mi piacerebbe che fosse di aiuto per rinfrancare qualche lettore e, nei racconti ironici, che possa divagare e far sorridere.
Come ti sei avvicinata alla scrittura? Ho sempre amato scrivere; infatti già da piccola, verso i dieci anni, scrivevo favole dove gli animali erano i protagonisti cercando sempre di descrivere personaggi che difendevano la natura e le bestioline che vi abitavano.
Che cosa bolle in pentola? Un’altra raccolta prevalentemente al femminile con riferimenti anche a donne di altri paesi, in una Roma, e non solo, multiculturale e multietnica, con prosa poetica all’inizio di ogni racconto.
Biografia/Patrizia Palombi è nata a Roma 1969 e nutre un grande amore per la propria città che spesso è fonte d’ispirazione per suoi scritti. Impiegata da molti anni, coltiva la passione per la fotografia, la scrittura e lo studio della Filosofia e Teologia che le hanno permesso di conseguire un Triennio di Laurea presso l’Istituto Ecclesia Mater della Pontificia Università Lateranense di Roma. Dal suo primo libro “Sotto gli occhi di Roma” Sovera Edizioni, ne è stato tratto un cortometraggio, con l’omonimo titolo di cui è autrice della sceneggiatura ed anche una delle attrici. A settembre 2021 è stata chiamata dal Comune di Soriano nel Cimino ed inserita nel palinsesto estivo per rappresentare la sua opera teatrale “Dante e le donne tra passato e presente” in occasione del settecentenario della morte di Dante. Da due anni conduce una trasmissione sulla Web Tv 06play “L’Angolo della scrittora” e sempre da due anni su Radio Turismo conduce la rubrica “Libri in Valigia”. Collabora con le Biblioteche di Roma e spesso viene chiamata come moderatrice e presentatrice di eventi culturali. Inoltre lei stessa organizza eventi multiartistici in gallerie d’arte e locali di vario genere.