La sua voce spazia con agilità dalle sonorità dense e passionali del patrimonio musicale della grande canzone classica napoletana fino a toccare cadenze jazz che esaltano la tavolozza musicale di Anna Spagnuolo e testimoniano il suo virtuosismo vocale.
Cantante. Attrice di teatro.
L’artista riesce a riannodare mirabilmente i fili della tradizione in una grande fusione musicale tra passato e presente, regalandoci intense emozioni.
Anna Spagnuolo è senza ombra di dubbio, una delle interpreti più interessanti e intense della scena musicale italiana che utilizza con grande maestria la voce per arrivare dritto al cuore degli spettatori in una trascinante escalation di acrobazie vocali.
“Festa di Piedigrotta”, “La Gatta Cenerentola”, “Le tarantelle del rimorso”, “ L’Opera Buffa del Venerdì Santo”, “I mille pagliacci di Eduardo”, “Padroni di barche”,“Sangue Vivo”, “Paese mio bello, l’Italia che cantava e canta”, “Requiem per Pier Paolo Pasolini”, “Il Natale della Resistenza”.
MediaVox Magazine ha intervistato Anna Spagnuolo per lo speciale dedicato al Premio Paoli Lionelli.
L’INTERVISTA
Affermava il filosofo Friedrich Nietzsche che “Senza la musica la vita sarebbe un errore”. Aiuti i lettori di MediaVox Magazine a conoscerla meglio. Sono nata a Castellammare di Stabia, una città che è sempre stata una fucina di artisti, e non ricordo un giorno della mia vita, in cui non abbia avuto la necessità di cantare, di provare l’ebrezza di esprimere sentimenti ora gioiosi, ora un poco più tristi, ma sempre in grado di trasmettere quel mantra di cui noi tutti abbiamo bisogno, ogni giorno della nostra vita.
Nei suoi concerti si assapora appieno l’attacamento alla propria terra che porta ad entrare in contatto con la parte più ancestrale di sé stessi. Ci parli del suo mondo musicale. Il mio mondo musicale, anzi il mio universo di musica, spazia tra generi diversi, poiché tutto ciò che si può esprimere attraverso i suoni, mi piace e mi interessa. Amo il jazz, il pop, la musica popolare, quella tecno ed anche le ultime sperimentazioni in ambito elettronico, e tutto questo l’ho potuto realizzare, perché mi sono sempre circondata da amici musicisti che avevano le mie stesse curiosità artistiche.
Lei il 25 novembre 2022 riceverà il Premio Paolo Leonelli per la sezione Musica in quanto con il suo lavoro ha promosso la cultura e la bellezza dell’identità territoriole della Penisola Sorrentina in Italia e nel Mondo. Condivida con noi le sue emozioni. Essere tra i premiati di questo prestigioso riconoscimento, dedicato a Paolo Leonelli, non può che rendermi ancora di più legata al mio territorio e in particolare alla penisola sorrentina che mi ha vista ancora acerba e ragazzina, nei lontani anni 70, partecipare a spettacoli e manifestazioni dedicati alla musica tradizionale napoletana e offerti ad un pubblico internazionale sempre entusiasta e partecipe alle nostre performance.
Qual è il criterio in base a cui sceglie di partecipare proprio a quello spettacolo? In realtà, non ho un criterio di scelta particolare, i progetti a cui partecipo mi piacciono da subito, un innamoramento immediato che mi coinvolge e stimola perché ogni progetto è una crescita personale in cui si cerca di dare il meglio di sé stessi. In questo senso ho avuto la fortuna di incontrare personaggi del mondo dello spettacolo che sono stati parte della storia del teatro e della musica nell’ultimo secolo, da Eduardo a Roberto De Simone.
Quando ha capito che la musica avrebbe occupato un posto fondamentale nella sua vita? Fin da piccola, mi è sempre piaciuto cantare, anche se spesso dovevano zittirmi perché, data la mia giovane età, non sempre ero in grado di capire quando le mie performance erano un poco inappropriate. Col tempo ho ben presto maturato l’idea che quella del canto e successivamente quella del teatro, erano ciò che desideravo fare, e sono diventati la mia unica professione, con non pochi sacrifici visto che è un lavoro costante ed impegnativo.
Quali sono i suoi punti di riferimento musicali?
I miei esempi sono soprattutto le grandi cantanti, come Barbara Streisand, che recita, canta e spazia tra la musica di Haendel fino alla musica jazz, passando per il pop. Sono convinta che non bisogna fossilizzarsi su di un genere o un periodo particolare, ma avere la capacità e la curiosità di confrontarsi con qualsivoglia genere e qualsivoglia contaminazione musicale.
Secondo lei, la musica aiuta a guarire le ferite dell’anima? La musica è anche terapia dell’anima, poiché è in grado di produrre emozioni e sensazioni personali, e ne siamo tutti coinvolti, poiché spesso un brano musicale, una canzone, sono in grado di stimolare i nostri sensi e i nostri ricordi, ed anche in campo medico per esempio, si utilizza la musicoterapia, per aiutare tanti nei loro percorsi difficili di vita.
Spesso, con la sua voce porta l’Italia nel mondo. Qual è il concerto che l’ha gratificata maggiormente? Ho tanti ricordi, e molti spettacoli, alcuni anche famosissimi come “La Gatta Cenerentola di Roberto De Simone, sono nel mio cuore, ma sicuramente sono molto legata anche a quei primi spettacoli dove facevo i primi passi, e incominciavo a respirare l’aria del palcoscenico e delle sue emozioni e devo dire che oggi come allora, ti prende sempre un nodo in gola quando senti gridare “chi è di scena”.
Progetti per il futuro? In questi anni insieme ad alcuni carissimi amici e colleghi, Patrizia Spinosi, Gianni Lamagna e Lello Giulivo, abbiamo deciso di realizzare un progetto dal titolo “Paese mio bello”, un concerto a quattro voci e due chitarre il cui repertorio è fondamentalmente un percorso durato 40 di amicizia e lavoro, che ci ha portato a girare l’Italia e molti paesi esteri, dove abbiamo potuto apprezzare ed amare la musica che ascoltavamo e che adesso proviamo a riproporre con il nostro sound e le nostre voci polifoniche.
Infine, un suo ricordo della giornalista, poetessa e ideatrice del Festival della Poesia Europea di Francoforte sul Meno, Marcella Continanza. Marcella Continanza è stata una grande poetessa e scrittrice che ha dedicato tutta la vita alla poesia, e sono onorata di averla incontrata e conosciuta. Con Marcella abbiamo anche fatto diversi progetti insieme e sono stata sempre sorpresa dalla sua grande umanità e dalla modernità del suo pensiero poetico, ed anche per la sua sensibilità verso il mondo femminile, perché in ogni donna, c’è la “bambina che ha negli occhi cieli lontani”.