
Intervista ad un’artista sensibile e creativa. Una pittrice che ama dialogare attraverso le linee ammalianti dei suoi dipinti: Maria Brillante.

Chi è Maria Brillante, si presenti? Sono una persona che ama le cose semplici, che ha la fortuna di aver conservato il senso dello stupore di fronte alle piccole cose belle che ci circondano (un fiore che sboccia, un tramonto, un gesto gentile e inatteso..). Tendo spesso a prendere un po’ le distanze da questo mondo in cui per tanti aspetti non mi rispecchio e la pittura rappresenta per me , in questo senso, a volte una via di fuga, altre un rifugio, altre volte ancora un modo per esternare pensieri ed emozioni.
Lei vive e lavora a Nocera Inferiore, che rapporto ha avuto ed ha con la sua città? Vivo a Nocera Inferiore e lavoro a Nocera Superiore. Amo questi posti che, se pur tra tante criticità, sono luoghi di profonde e radicate tradizioni, scenari unici di bellezze naturali e storiche.
Ci parli dei suoi genitori? Che influenza hanno avuto sulla sua crescita? Vengo da una famiglia umile e ne sono orgogliosa: mamma casalinga e papà operaio. Due persone che mi hanno insegnato il senso del sacrificio, l’onestà, la sobrietà. Molto di quello che oggi sono è stato fortemente influenzato dal rapporto che ho avuto con i mii genitori (come dai lo è per tutti). C’è qualche episodio della sua infanzia che l’ha segnato, in senso positivo o negativo?
Ce ne sono tanti. Si tratta per lo più di episodi inseriti nel quotidiano che però per me hanno avuto una forte risonanza. Anche da quelli che mi hanno segnato negativamente ho imparato sempre qualcosa che mi è servito. Col tempo ho capito che da tutto si può trarre del bene, per noi e per gli altri. Bisogna saper guardare le cose da angolazioni di verse. Non sempre è facile.
Ci parli del suo percorso di studi? Dopo le scuole medie avrei voluto frequentare il liceo artistico ma per una serie di motivi ho poi scelto l’istituto magistrale. Ho continuato gli studi umanistici laureandomi in Scienze dell’educazione, ho continuato poi con un master in Affido Familiare e un percorso lavorativo e formativo che negli anni a seguire si è concentrato su queste tematiche. Dopo la laurea, infatti, ho lavorato per alcuni anni come Educatrice in una casa famiglia per minori. Con l’arrivo dei miei due figli ho sospeso il lavoro e mi sono dedicata esclusivamente alla famiglia fino a 8 anni fa, quando ho iniziato ad insegnare alla scuola dell’infanzia, lavoro che svolgo con passione e gioia a tutt’oggi.
Quando ha deciso di voler intraprendere il suo percorso artistico? In verità non l’ho deciso… è successo! Da bambina e adolescente amavo disegnare. Poi gli impegni di studio prima e lavorativi dopo mi hanno completamente distolto da questa passione. Per anni le matite sono rimaste in un cassetto. Poi è arrivato il Covid. Il primo lockdown generale del 2020 è iniziato pochi giorni dal mio compleanno. Stavo appena iniziando a venir fuori da un bruttissimo periodo (mi ero da poco separata) e così pensai di farmi un regalo che potesse aiutarmi a passare il tempo tenendo impegnata la mente. Comprai dei colori acrilici, dei fogli adatti alla pittura, qualche pennello e provai a dipingere. Guardavo tutorial su Youtube per capire come fare perché non sapevo da dove iniziare. Poi, però, non ho più smesso! Ho iniziato molto presto ad esporre. Nell’estate 2020 decido di inscrivermi su Facebook perché sapevo che vi avrei trovato gruppi a tema dove avrei potuto imparare di più interagendo direttamente con persone che dipingevano. Sul finire di agosto vengo contattata da un curatore artistico che stava organizzando una mostra di pittura e aveva notato un dipinto che avevo pubblicato su uno di questi gruppi. Avendo iniziato a dipingere da pochi mesi neanche firmavo le tele! Ma ho preso coraggio e mi son detta: perché no?! Da allora ho partecipato a diverse mostre nazionali e internazionali e ad alcuni concorsi artistici ricevendo diversi premi e riconoscimenti.
Lei è sposata e madre. Ci parli della sua famiglia. Ho due figli stupendi di 13 e 15 anni. Ormai non più bambini ma neanche grandi, si apprestano a vivere gli anni dell’adolescenza. Ho con loro un rapporto veramente bello, fondato sulla fiducia e sul rispetto reciproco. Giuseppe, il maggiore, sogna di diventare pianista. Il più piccolo, Emanuele, ha scelto il liceo artistico e come me ama disegnare. Quello che voglio per loro è che seguano le loro aspirazioni, che credano nei loro sogni e, pur restando con i piedi per terra, li seguano con determinazione. È una gioia immensa accompagnarli nel loro percorso di crescita. Nonostante io e il papà siamo divorziati da alcuni anni, dopo un primo periodo difficile per tutti ora abbiamo trovato tutti un equilibrio e una serenità. Anche se ognuno ha preso la sua strada restiamo uniti come genitori e questo porta tranquillità e pace in famiglia.
Mi dia una definizione di arte. Si fa arte quando si riesce a dire qualcosa d’importante attraverso espressioni libere e personali. Penso che un artista sia tale quando riesce a parlare e ad arrivare direttamente al cuore degli altri attraverso quello che fa: sia un pittore, un musicista, uno scultore, un poeta… un’opera d’arte, se è tale, non può lasciare indifferenti.
Mi parli della sua arte… Inizialmente amavo dipingere soprattutto paesaggi… entravo in quei luoghi man mano che gli davo forma e colore… viaggiavo senza muovermi dalla sedia. Erano i mesi in cui il covid ci costringeva in casa, lontano anche dagli affetti più cari. Molti, guardando quei dipinti, mi hanno detto che anche a loro davano la sensazione di trovarsi nel quadro. Poi ho sentito l’esigenza, non tanto di scappare in un altrove, ma di comunicare qualcosa di profondo, sensazioni ed emozioni che le immagini aiutano ad esprimere meglio delle parole. Mi piace farlo soprattutto dipingendo bambini. Forse perché un messaggio, affidato ad un bambino, mantiene la sua purezza, la sua essenzialità, la sua verità. Lo faccio con una pittura figurativa che tende al realistico, non tanto per scelta stilistica, ma perché, semplicemente, mi viene spontaneo, mi è congeniale.
Lei lavora per qualche galleria d’arte? No, dipingo negli scampoli di tempo che gli impegni familiari e lavorativi mi lasciano. Non è un lavoro ma una passione. Lavorare un giorno per una galleria sarebbe davvero un traguardo da sogno!
Qual è l’opera che più la rappresenta, ce la può descrivere? In ogni dipinto c’è qualcosa di mio, però quello che più mi rappresenta in assoluto è “Aspettando che torni il sereno”. L’ho realizzato nell’autunno del 2020, quando siamo ripiombati di nuovo in lockdown. Si respirava un’aria di paura, di sconforto e di profonda incertezza in quei giorni e io sentii il bisogno di dirmi e dire attraverso la pittura che la tempesta sarebbe passata prima o poi. Dipinsi una bimba che guarda fuori attraverso i vetri bagnati dalla pioggia e attende paziente che torni il sereno. Ci sono diversi dettagli che mi riportano alla mia infanzia in quel dipinto: lo scialle di lana che mia madre mi faceva indossare nelle giornate fredde, il gatto che fa da compagnia, il modo in cui la bambina tiene i capelli raccolti…). Ma c’è di più. Per me quell’opera porta un messaggio di resilienza che va oltre quel momento storico e abbraccia tutto il mio percorso di vita. In quello sguardo che va oltre, nonostante la pioggia, c’è riassunto tutto quello che io ho imparato con fatica e coraggio e che vorrei arrivasse ad ogni cuore che vive momenti difficili. Non può piovere per sempre. Arriverà il sereno.
Qual è il ruolo dell’arte nella società contemporanea? Un ruolo troppo marginale, purtroppo. L’arte aiuta chi la pratica e chi ne fruisce. Ci rende più veri. Più “umani”. È uno strumento catartico e comunicativo incredibile! Ma sveglierebbe forse troppi cuori e troppe coscienze in una società che invece sembra si voglia rendere sempre più dormiente e anestetizzata.
Concluda con un messaggio per i giovani artisti, cosa consiglierebbe? Ai giovani artisti direi: abbiate volontà, coraggio e umiltà e non smettete di sognare mai! Il mondo, oggi più di ieri, di questo ha estremamente bisogno.
