Dalla sala al palcoscenico: il linguaggio gestuale della danza classica di Maria Virginia Marchesano

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Per Maria Virginia Marchesano la danza è passione. È lavoro. È scelta di vita.
Laureata con lode presso l’Accademia Nazionale di Danza, Maria Virginia Marchesano è docente di Tecnica della Danza Classica presso il Liceo Coreutico Statale “E. Pascal” di Pompei e socia Airdanza (Associazione Italiana per la Ricerca sulla danza). Come danzatrice ha lavorato accanto a coreografi come Luc Bouy e Susanne Linke, e registi come Franco Zeffirelli. È autrice de “I sentieri del gesto” l’ArgoLibro Editore, Agropoli, 2017. Cura la rubrica “La danza e le sue parole” per «GBopera Magazine» ed è autrice (settore danza) per «Live Performing & Arts». È inoltre autrice e coreografa di progetti teatrali (Quello che la primavera fa con i ciliegi, Platero ed io, Deserto, Victor e Joan: una storia d’amore). In collaborazione con AIRdanza, CeSAL (Centro di studi sull’America Latina) e L’Università “L’Orientale” di Napoli organizza la giornata di studi “Joan Turner lara”.


Nel suo ultimo lavoro, Dalla sala al palcoscenico: il linguaggio gestuale della danza classica, presentato a Sarno, il 25 febbraio, presso il laboratorio di arti sceniche DUODANZA, Maria Virginia ci sollecita a esplorare, con parole e immagini, quel passaggio vago e indescrivibile del ‘miracolo’ che si compie dalla sala di danza alla scena.

Il volume, con prefazione di Maria Venuso (Liceo Coreutico Suor Orsola Benincasa di Napoli) e postfazione di Filomena Zamboli (Dirigente tecnico – Ministero Istruzione Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio), conduce , infatti, il lettore in una vera e propria ‘danza delle parole’, un processo osmotico che va dal significante tecnico al significato portato in scena e ritrasmesso al pubblico attraverso il corpo del danzatore.
Questo perché la danza è un’arte antica.
E il corpo della danza è un corpo antico dell’umano che ci parla con le sue braccia, le sue mani, i suoi piedi, con ritmi musicali, interni e apparentemente esterni, che fa dello spazio che occupa un luogo dinamico di poteri: estetici, comunicativi, linguistici, filosofici.
La danza, come ha più volte sottolineato la Marchesano nel corso della serata del 27 febbraio , presso il laboratorio DUODANZA, diviene allora un percorso esistenziale continuo. È espressione di sé, esigenza comunicativa.
La danza, infatti, utilizza il più potente agente di comunicazione, il corpo, e sfrutta l’energia corporea per esprimere qualcosa di intimo, pervasivo e vitale, una cinestesia che ravviva la percezione della nostra stessa esistenza.
La danza è comunicazione, bisogno umano primario e irrinunciabile di condividere le nostre idee ed emozioni, e va ben oltre strabilianti e complicate coreografie e costumi sfarzosi. Riguarda la comprensione di un’idea e di uno stato d’animo, e la condivisione di quel determinato sentimento con altri, ragion per cui la danza è anche empatia a tutto tondo. Aiuta a mettersi nei panni dell’altro, a comprendere il mondo che ci circonda, a osservare con uno sguardo unico il linguaggio del corpo, di cui il danzatore è in grado di udire perfino i toni più sfumati.
Il gesto, nella danza, è concepito e “costruito” – ha sottolineato ancora la Marchesanocome veicolo di un’intenzione e usa il corpo per raccontare qualcosa che lo trascende. In altre parole, la danza ha la preziosa possibilità di usare il corpo per raccontare il “non corpo” , per raccontare un’idea, un pensiero, una forma. I gesti sono parole e in questo caso le parole non sono discorsi, ma fatti, perché più che raccontare, la danza si lascia raccontare attraverso la cernita di precisi gesti discriminati da una precisa organizzazione e intelligenza interna“.
Il gesto diviene, così, un movimento vitale che prescinde da elementi vocali e sonori, e origina dal bisogno del nostro essere più profondo di scaturire in una forza energetica che va oltre le parole, attraverso la tecnica, la resistenza, la disciplina e la creatività.
Con questa consapevolezza Dalla sala al palcoscenico: il linguaggio gestuale della danza classica è, dunque, innanzitutto, un manuale d’amore. D’amore per la danza s’intende.

Il volume della Marchesano è sicuramente, poi, un valido supporto per il professionista, il docente o il neofita che trova impenetrabile il mondo del balletto, ma anche e soprattutto per gli studenti dei licei coreutici che devono maturare durante il percorso di studi conoscenze, abilità e competenze utili per la redazione della relazione accompagnatoria della seconda prova dell’Esame di Stato di Istruzione Secondaria Superiore .

Il testo è diviso in quattro parti ed è corredato da illustrazioni originali realizzate da Rosa Catalano.

Fotografie tratte dall’account social di DUODANZA

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Docente di Discipline Giuridiche ed Economiche presso l’I.S.I.S. “G. Fortunato” di Angri , di cui è anche collaboratore-vicario. Laureata in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Salerno con 110/110 con lode e licenziata in Teologia Dommatica summa cum laude presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – sez. San Tommaso, ha conseguito due Master in Studi storico-religiosi ( Ebraismo, Cristianesimo e Islam; Il Cristianesimo antico nel suo contesto storico) presso l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, il Master di II livello Management e Leadership delle Istituzioni Educative presso l’Università degli Studi di Bologna e il master Didattica e Psicopedagogia per i disturbi specifici di apprendimento presso l’Università degli Studi di Salerno. Ha pubblicato molti volumi. Sensibile e attiva nel dibattito socio-culturale sul territorio campano.