Intervista ad un’artista sensibile ed emozionale. Una pittrice che ama comunicare attraverso il racconto di grandi valori e di storie di vita vera, legate alle origini e al Territorio: Donata Imperio.
Chi è Donata Imperio, si presenti. Mi chiamo Donata Imperio, sono nata a Terranova di Pollino, in provincia di Potenza nel 1965. Ho trascorso la mia infanzia a Terranova, e sono stata sempre affascinata dalla bellezza dei paesaggi e dalle tradizioni del Parco Nazionale del Pollino e dei paesi ad esso afferenti. Sono autodidatta, ho nutrito da sempre una passione innata per il disegno e la pittura, nel corso della vita mi sono sempre documentata per affinare la mia tecnica. Attualmente vivo a Scanzano Jonico, una bellissima cittadina in provincia di Matera, che si trova sulla costa Jonica. Traggo ispirazione dai paesaggi della mia Basilicata, siano esse le montagne di Terranova o i colori del mar jonio, ogni volta che mi trovo nella natura è come se volessi immortalare quello che i miei occhi vedono e riportarlo su tela.
Lei vive e lavora a Scanzano Jonico che rapporto ha avuto e ha con la sua città? Ho un ottimo rapporto con la citta’ di Scanzano Jonico. Nel corso degli anni ho sempre partecipato agli eventi culturali che sono stati organizzati. Ho personalmente curato eventi culturali e mostre di pittura, collaborando con artisti di fama nazionale ed internazionale. A Scanzano Jonico ci sono delle location che permettono e mettono in risalto la presentazione di opere d’arte, cito: il Palazzo Baronale e la sua piazza, la Torre Saracena, e strutture private come l’Hotel Porto Greco, dove e’stata organizzata la mostra di pittura ‘Quattro espressioni di arte in Lucania’, nel 2016. Nelle altre due location citate e’ stata organizzata la ‘Mostra d’arte Contemporanea’, per tre edizioni. (2016-2018) Emozioni in versi, visioni di luce’ nel 2016. E poi tanti altri eventi quali collettive d’arte, festival, etc
Ci parli dei suoi genitori. Che influenza hanno avuto nella sua crescita? Tornado indietro nel tempo, e devo dire che di tempo ne e’ passato un bel po’, le possibilità erano diverse da quelle di oggi, Mia madre Giovanna era una donna molto intraprendente per i tempi, era una sarta. Quando nel 1975 ci siamo trasferiti a Scanzano Jonico, ha dovuto rinventarsi. Continuava a cucire, ma lavorava nei campi e durante l’inverno a scuola come cuoca. Era una persona piena di iniziative, ricamava, cuciva, insomma si dava da fare. Mio padre Pietro dopo essere stato in Germania e in Francia, ed aver lavorato a Terranova come operatore ecologico, ha lavorato fino alla pensione a scuola come collaboratore scolastico. Mia madre non ha voluto che io andassi al liceo artistico a Taranto, all’epoca era il piu’ vicino, e mio padre quando a Rionero in Vulture ha sentito la somma della retta del collegio, non vi dico. Era troppo. Ho iniziato quindi a frequentare l’Istituto Professionale per l’Agricoltura, ho frequentato solo un anno, dopodiché ho iniziato a lavorare in pizzerie, ristoranti, nei campi, insomma un po’ dappertutto. Mia madre era molto dispiaciuta in quanto io non avessi proseguito gli studi artistici, e cosi’ mi iscrissi ad un corso di disegno, pittura e pubblicità per corrispondenza. E devo dire che ho imparato tante cose, prospettiva, le luci, le ombre, i pigmenti, la storia dell’arte…insomma un piccolo bagaglio culturale lo avevo anch’io. E ricordo con tanta tenerezza quanto lei tenesse a ciò che realizzavo, mio padre non era attento a queste cose.
C’è qualche episodio che nella sua infanzia che l’ha segnato in senso positivo o negativo? Ricordo che ero molto brava in disegno già dalle scuole elementari. Ad un compito di scienze, il maestro assegno’ per casa di disegnare un organo dei sensi a piacere. Tornata a casa disegnai l’organo dell’udito. Un mio compagno fece lo stesso disegno, e dato che io ebbi un voto più alto del suo, mi picchio’ all’uscita da scuola. A me veniva naturale, non mi rendevo neanche conto quando alle scuole medie, l’insegnante d’arte non correggeva mai i miei disegni. Ci rimanevo addirittura male. Infatti quando glielo chiesi, mi rispose che i miei lavori non avevano bisogno di essere corretti. Da li’ continuai, non con facilita’, mi piaceva anche scrivere poesie. Essendo una persona molto timida, non volevo esporre le mie opere. Ma nel 1983 iniziai a partecipare a qualche evento a Scanzano, e nel 1984 ad un concorso a Roma e partecipai ad un estemporanea di pittura. L’evento positivo e’ stato proprio quello della partecipazione a Roma che mi sprono’ a confrontarmi con altri artisti ed affrontare le critiche.
L’arte è una grande avventura umana, ci illustri brevemente il suo percorso artistico… Io sono un autodidatta, non ho frequentato una scuola d’Arte, ma un corso di disegno, pittura e pubblicità. Questo mi ha portato ad affinare la conoscenza delle tecniche, a capire tante cose, perché per crescere c’e’ sempre bisogno di studiare, di conoscere. Tuttavia quando ho l’input di realizzare qualcosa, amo dipingere di getto, con pennellate veloci e corpose. Il mio stile e’ stato paragonato a quello essenzialista di Paul Gauguin (definizione del critico e perito d’arte Dott.essa Maria De Lorenzo). All’attivo ho la partecipazione ad eventi culturali importanti, pubblicazioni su Art News, su Pegaso, sul Federiciano come poetessa, su tantissime testate giornalistiche, partecipazione a biennali, mostre collettive e personali, Collaborazione con associazioni culturali e gallerie d’arte a Pisa, Roma, Milano, Lecce, Padova, Lussemburgo, e tanti altri posti. Ho partecipato a progetti internazionali per Emergency e Nega-Project.
L’arte tenta di dare delle risposte alle domande esistenziali dell’uomo. Quali sono le sue risposte artistiche sulle tematiche umane e sociali dell’uomo contemporaneo. L’arte e’ sempre stata vista come qualcosa di bello, qualcosa che nel corso dei secoli ha rappresentato la storia dell’uomo, con tutte le correnti artistiche che si sono susseguite nei vari periodi storici . Ma l’arte ha sempre lasciato un segno, si e’ identificata nei vari periodi storici. Oggi l’arte ha cambiato aspetto, grazie alla tecnologia, ci sono tante forme d’arte. Dal mio punto di vista ogni artista si riconosce nella sua individualità. Ognuno esprime se stesso, sia esso astrattista, surrealista o paesaggista…
Quali sono, tra i maestri della storia dell’arte, i suoi riferimenti artistici? Sono stata definita un artista fauvista, ed essenzialista. La mia pittura riporta a Paul Gaugin.
Che tecnica usa per l’esecuzione delle sue opere? Per me dipingere significa farlo con la tecnica dell’olio su tela ed è per questo che utilizzo prevalentemente questa tecnica, la ritengo la più ricca e adatta alla mia pennellata; ma spesso dipingo anche con materiali diversi. Su alcune tele ho sperimentato l’utilizzo la carta di riso, in altri casi ho aggiunto la sabbia con risultati ottimi ho diversi lavori eseguiti con la pittura acrilica. In passato ho lavorato molto su stoffa utilizzando i colori adatti.
Ci parli dei suoi nuovi progetti artistici?
In questo nuovo anno ho partecipato a Casa Sanremo Arte per la prima volta, ed e’ stata un esperienza unica. Parteciperò al Lussemburg Art Price, per le tre edizioni annuali. Sicuramente ad una collettiva d’arte che si terra’ ad aprile al museo Archeologico di Potenza. E presto iniziero’ la mia collaborazione con la Galleria MD di Maria De Lorenzo a Policoro (MT).
Qual è l’opera che più la rappresenta, ce la può descrivere? L’opera che piu’ mi rappresenta si intitola ‘Le contadine’, olio su tela del 1984. Racconta di due contadine che tornano dalla fonte. A me ha sempre affascinato la semplicità. Io sono cresciuta per i primi dieci anni della mia vita circondata dai paesaggi del Pollino, dalle cose semplici ma essenziali, dalla gente concreta che da importanza e valore alle piccole grandi cose della vita a. Non a caso rappresento nelle mie opere scene di vita contadina, del lavoro dei campi, delle tradizioni di una volta che ancora persistono in alcuni paesini dell’entroterra lucana…
Cosa rappresenta l’arte nella sua vita. L’arte è stata la mia arma verso un mondo che non mi “vedeva”, è stata l’espressione dei miei sogni e desideri. Ma l’arte è stata anche la mia salvezza in tanti momenti bui in cui tutto sembrava non avere più senso, l’arte ha segnato la mia rinascita dopo la morte della mia mamma e mi ha dato quel senso di serenità per ricominciare a vivere. L’arte è la massima espressione del mio io bambino, del mio io adolescente, del mio io donna, mamma, nonna, del mio io essere umano. L’arte per me è bellezza ed è il mio stato d’animo immortalato su tela.
Concluda con un messaggio per i giovani artisti, cosa consiglierebbe? Il messaggio che voglio dare ai giovani, e’ di esprimere sempre se stessi, e di identificarsi come artisti. Quando un fruitore osserverà le opere deve riconoscere il pittore che le ha create, deve cogliere tutta la passione provata nel momento della creazione, deve in qualche modo raggiungere il cuore dell’artista, sfiorarlo per un attimo immortale e fuggitivo. Consiglio infine di credere sempre nell’arte e in se stessi, nella bellezza, perché in fondo è la bellezza che salvera’ il mondo.