
Intervista ad un’artista sensibile ed intensa. Una pittrice che ama mettersi alla prova con tutte le forme nuove ed originali di arte. Non smette mai di mettersi alla prova e sperimentare: Anna Pellegrino.

CHI E’ ANNA PELLEGRINO, SI PRESENTI AI LETTORI DI MEDIAVOX MAGAZINE… Sono nata a Sarno in provincia di Salerno, nella piccola frazione di Lavorate, in una famiglia numerosa. Ho tre fratelli con i quali ho un rapporto profondo e di grande amore. Fin da sempre ho amato l’arte e la creatività. Ricordo che ero piccolissima e invece di giocare sulla spiaggia, in estate con i miei fratelli e cuginetti, me ne stavo a cucire abitini per le bambole e a costruire ambienti in 3D da assemblare e colorare. Avevo un libro che mi fu regalato, c’erano tanti lavoretti da fare con le forbici e i colori, sento ancora il suo profumo, lo adoravo. Ho studiato pianoforte, la musica è un’altra meravigliosa esperienza che mi ha accompagnata sempre. Ho scoperto la pittura ad olio a 13 anni quando mi fu regalato il mio primo cavalletto e una fantastica scatola di colori. Realizzai il mio primo quadro in poche ore, era una natura morta. Dopo questa prima opera non ho più potuto fare a meno dell’odore dell’olio e della trementina . Solitamente succede che finite le scuole medie non si hanno le idee chiare, non si sa quale scuola intraprendere. Io sapevo cosa volessi fare, cioè desideravo frequentare il liceo artistico, ma non fu possibile perché troppo lontano da casa (decisione di mio padre). Mi sono diplomata come perito tecnico commerciale ma non ho cambiato idea sull’arte, anzi la necessità di continuare a dipingere con il tempo è cresciuta sempre più, così ho deciso di seguire corsi di pittura e di disegno. Ho proseguito anche quando sono arrivate le mie meravigliose tre figlie. Praticamente non ho mai mollato. Dipingevo di notte. Ricordo che dopo aver sistemate le bimbe, mi dedicavo all’arte fino alle 2-3 del mattino. Momenti magici. Oggi le mie bimbe sono adulte e fanno arte con me ognuna a modo suo ed è uno scambio di pensieri ed informazioni, un arricchimento costante. La vita mi ha poi ridato tanto.
LEI VIVE E LAVORA A SARNO, CHE RAPPORTO HA AVUTO E HA CON LA SUA CITTA’? Come dicevo sono cresciuta nella frazione di Lavorate e ci vivo ancora. Sono arrivata in questa frazione che avevo 8 anni. In quegli anni incontrai Angela Pappacena, la mia maestra di pianoforte, che è stata fondamentale nella mia vita e nella mia crescita. Una persona intraprendente ed eccezionale, che mi ha trasmesso la forza e la volontà di credere nei sogni. Tramite lei sono entrata a far parte del coro parrocchiale. Per anni, fino all’età adulta, ho suonato l’organo in chiesa. Di carattere sono molto riservata ma le persone del paese che frequento mi hanno sempre coccolata con affetto e stima. Sono accolta con abbracci calorosi. Non ho mai avuto problemi perché c’è rispetto e stima.
CI PARLI DEI SUOI GENITORI, CHE INFLUENZA HANNO AVUTO NELLA SUA CRESCITA. I miei genitori sono stati un po’ eterni bambini. Hanno influenzato tanto le mie scelte. Purtroppo, senza volerlo, non mi hanno accompagnata nella mia passione artistica. Io non l’ho presa a male, anzi ne ho fatto un punto di forza. Perché ho capito che la passione che mi esplode dentro non può essere compresa da tutti. Con il tempo li ho capiti e giustificati e ho seguito la mia strada e forse in un certo senso mi hanno dato un imput maggiore per credere in me.
C’E’ QUALCHE EPISODIO CHE NELLA SUA INFANZIA L’HA SEGNATA IN SENSO POSITIVO O NEGATIVO?
Episodi che mi hanno influenzata in senso negativo o positivo ce ne sono tanti, ma devo essere sincera nessuno particolarmente traumatico che ha lasciato il segno. Sono cresciuta abbastanza serena e tranquilla, anche nelle relazioni con gli amici e gli amori, parliamo dell’adolescenza. Da adulta l’unico segno indelebile, che resterà per sempre, è la perdita del mio piccolo fratellino Fabio, che ho riposto dentro di me, dove la sua memoria non svanirà mai. Mio fratello Fabio ora abita nella mia quotidianità e nella mia famiglia e pure nell’affetto degli amici e del paese.
L’ARTE E’ UNA GRANDE AVVENTURA UMANA, CI ILLUSTRI BREVEMENTE IL SUO PERCORSO ARTISTICO. L’arte è una grande avventura umana, esatto. Per me è la più bella, più vado avanti e più mi emoziono. Sento la necessità di studiarla e di perfezionarla, è talmente bella che a volte penso ci vorrebbero tre vite insieme. Ho iniziato la mia esperienza con la pittura ad olio attraverso la tecnica delle velature, di grande effetto e pazienza, davvero bella. Poi però non mi è bastato più, ho sentito la necessità di sperimentare il colore corposo per poterci entrare in empatia e goderlo nella piena libertà. Disegno prevalentemente il figurativo ma è un’evoluzione continua. Sento la necessità di non accontentarmi e sperimentare nuovi linguaggi attraverso lo studio. Un’altra caratteristica della mia espressione artistica è l’utilizzo di elementi materici o ricostruzioni applicate e poi armonizzate nel contesto pittorico su tele e altri supporti. Probabilmente questa mia inclinazione deriva da ciò che osservavo da piccolina in casa della mia nonna materna con la quale sono cresciuta, infatti i quadri che aveva in casa avevano questo elemento predominante.
LEI HA UN CRITICO D’ARTE CHE LA SEGUE? Non ho un critico d’arte che mi segue, ma meravigliosi amici che fanno arte e che mi stimolano e mi consigliano. In particolare il caro amico pittore e poeta Lorenzo Basile, che ha sempre profondamente creduto in me. Con grazia e delicatezza mi ha sempre spinta ed invogliata a fare ricerca, sperimentare ed osare, mi ha indirizzata verso la piena libertà di espressione, mi ha portata tanto a credere in me. I nostri lunghi dialoghi, dove si parla prevalentemente di arte e di artisti, sono fonte di un costante arricchimento. Lorenzo è una presenza fondamentale per la mia arte.
L’ARTE TENTA DI DARE DELLE RISPOSTE ALLE DOMANDE ESISTENZIALI DELL’UOMO. QUALI SONO LE SUE RISPOSTE ARTISTICHE SULLE TEMATICHE UMANE E SOCIALI DELL’UOMO CONTEMPORANEO L’arte per me ha rappresentato sempre il rifugio, l’essenza della mia vita, ciò che mi distoglie dai pensieri che affollano la testa, il distacco dal dolore e dall’angoscia. Ogni nuovo progetto che nasce dentro, è un’esplosione di emozioni pure che cambiano completamente la visione della mia vita. Penso che oggi l’essere umano preso dalla frenesia del lavoro, dagli impegni familiari e soprattutto dalla necessità di recuperare tutto il tempo perduto in questi anni difficili, si stia sovraccaricando facendo una corsa contro il tempo. Per assurdo nel periodo triste del covid, il tempo è rallentato e forse ci sono stati momenti dove l’uomo si è fermato e ha volto lo sguardo verso la manualità e la creatività. Purtroppo i giovani non hanno sentito questo imput e hanno subito fortemente il disagio della chiusura, quindi il mio pensiero è rivolto soprattutto a loro, vorrei dedicassero più tempo alla condivisione, al disegno, allo scritto, insomma all’inventiva, a materializzare ciò che desiderano. Tutto si sistema se si ha fiducia, e nei momenti difficili prendere un foglio, una matita e delle matite colorate e poi lasciarsi andare a ciò che viene senza regole e senza dover sapere, ma solo disegnare e colorare ciò che dentro esiste, diventa un’avventura meravigliosa.
QUALI SONO, TRA I MAESTRI DELLA STORIA DELL’ARTE, I SUI RIFERIMENTI ARTISTICI? Io mi perdo ad osservare il divino Caravaggio, con i suoi colori, con i suoi chiari scuri, col figurativo che esprime al massimo la potenza del sentimento e con lui la magnifica Artemisia Gentileschi. E’ indescrivibile l’emozione che provo in ogni singola pennellata lasciata da Monet, da Van Gogh, dagli impressionisti ed espressionisti. Da tutto questo nasce la mia inclinazione, l’adorazione sia per la tecnica a velature che materica, che oggi predomina. Adoro i chiari scuri e la potenza del colore.
CHE TECNICA USA PER L’ESECUZIONE DELLE SUE OPERE? La tecnica che ho utilizzato in passato, come dicevo, è stata quella a velature. Oggi invece mi sono innamorata della tecnica “alla prima” e penso sia quella che mi piace di più; impastare il colore, mescolarlo e poi applicarlo sulla tela e veder nascere tutte le sfumature in modo libero e spontaneo. Sulla carta uso la grafite, gli acquerelli, pantoni e matite.
CI PARLI DEI SUOI NUOVI PROGETTI ARTISTICI.
Uno dei progetti artistici che mi piacerebbe tanto realizzare è un’eventuale mostra personale. Altri progetti in programma sono realizzare opere che mi rappresentino sempre più.
QUAL È L’OPERA CHE PIU’ LA RAPPRESENTA, CE LA PUO’ DESCRIVERE? L’opera che più mi rappresenta è l’ultima realizzata, che ho presentato a Casa Sanremo, in occasione del festival 2023. Ho realizzato un autoritratto, me adulta di fronte ad uno specchio dove l’immagine riflessa è una bambina, è me bambina. Quest’opera mi ha messo molto in difficoltà ed è il frutto di una profonda analisi. Ci sono momenti nella vita dove il dolore stesso diventa il movente. Perché solo quando prendiamo davvero coscienza dei nostri stati d’animo, dei nostri disagi, possiamo intravedere la via d’uscita. L’opera si intitola “Io mi prendo cura di te”. Solo noi possiamo prenderci cura di noi stessi. Ora prendendo in braccio quella bambina accolgo i miei dolori e i miei limiti e sono pronta ad affrontare con più forza e determinazione ciò che la vita ha in serbo.
CONCLUDA CON UN MESSAGGIO PER I GIOVANI ARTISTI, CHE COSA CONSIGLIEREBBE? Consiglio ai giovani artisti di non scoraggiarsi mai, di credere profondamente nelle proprie inclinazioni, di non farsi influenzare e di seguire quello che ognuno sente dentro. Non si può cercare il consenso a tutti i costi e certo non si può piacere a tutti, ma solo lavorando sodo e con convinzione, arriveranno poi tante soddisfazioni. Altro elemento importante è fare delle difficoltà un punto di forza. Ciò che conta è seguire la strada che è dentro di noi, che è già ben delineata e poi rispettare la propria passione, che può diventare anche fonte di sostentamento.


