“Adriana Lecouvreur” al Teatro Regio di Parma

Dal nostro inviato a Parma, Pasquale Ruotolo

Musica e spettacolo al Teatro Regio di Parma dove è andata in scena, venerdì 24 marzo, la “prima” della celebre Opera in quattro atti di Francesco Cilea, su libretto di Arturo Colautti, “Adriana Lecouvreur”. Regia di Italo Nunziata, scene di Emanuele Sinisi, costumi di Artemio Cabassi, luci a cura di Fiammetta Baldiserri.


Un nuovo allestimento, realizzato in coproduzione con il Teatro Comunale di Modena e con il Teatro Municipale di Piacenza, che riporta a Parma un titolo rappresentato per l’ultima volta ben 42 anni fa, nel gennaio 1981. Il racconto della storia d’amore tra Adriana e Maurizio, una vicenda tinta di contorni tragici scivola piacevole, grazie alla gradevolezza della partitura composta da Cilea e alla precisa ed essenziale conduzione del Maestro Francesco Ivan Ciampa, che ha diretto l’orchestra dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini” e il coro del Teatro Regio di Parma, preparato dal Maestro Martino Faggiani.
Il cast è buono, gli interpreti non sfigurano, tuttavia non si segnalano momenti particolarmente intensi e significativi, tali da riscaldare gli animi e i cuori di un pubblico che si è presentato al Regio numeroso e che ha comunque applaudito entusiasta alcuni cantanti.
Il tenore Riccardo Massi, reduce dalla recente esperienza di Genova, dove lo scorso febbraio ha vestito i panni del romantico e idealista Mario Cavaradossi, ha portato sul palco il personaggio di Maurizio, l’ambito e intrepido conte di Sassonia.
La sua prova è piena di una grinta che traspare sin dall’imperioso ingresso in scena invocando il nome dell’amata (Adriana!), un grido di gioia e passione, e si protrae fino al duetto finale, carico di pathos, con Adriana in procinto di mostrare segni di squilibrio mentale, ormai prossima alla fine.
Il soprano Maria Teresa Leva presenta una Lecouvreur innamorata e altruista, ma pure vendicativa, maliziosa e gelosa.
Un carattere dalle molteplici sfumature, espresse da una voce sicura e flessibile.
La cavatina “Io son l’umile ancella” è ben eseguita, merito però anche della dolcissima melodia che la caratterizza.
“Il nostro amor sfida la sorte”, cantato con Maurizio, è una fausta e consapevole resa all’evidenza che niente e nessuno potrà porre fine ad un sentimento che due persone sono destinate a condividere per sempre.
Il ruolo di Michonnet è affidato al baritono Claudio Sgura.
Michonnet ama Adriana e glielo fa capire in più occasioni, ma ella non se ne accorge o finge di non comprendere. Il direttore di scena, però, non fa drammi e si accontenta di nutrire per la sua cara un affetto sincero di padre.
Sgura ha offerto una bella performance concretizzatasi in una recitazione carismatica accompagnata da un canto espressivo e vigoroso.
Al mezzosoprano Sonia Ganassi la parte della principessa di Bouillon, la perfida antagonista della Lecouvreur, crudele al punto da causare la morte di Adriana, facendole recapitare un cofanetto contenente avvelenate violette dall’odore letale.
La Ganassi, artista di provata esperienza, ma al debutto in questo ruolo, è tra le note più liete della serata.
Bravi il basso Adriano Gramigni (il principe di Bouillon) e il tenore Saverio Pugliese (l’abate di Chazeuil), che incarnano due figure che attirano simpatia.
Il cast è completato da Stefano Consolini (Poisson), Steponas Zonys (Quinault), Vittoriana De Amicis (Mademoiselle Jouvenot), Carlotta Vichi (Mademoiselle Dangeville), Damiano Lombardo (maggiordomo).
Sei membri della Agora Coaching Project di Reggio Emilia hanno ballato “Il giudizio di Paride”, nel corso del terzo atto. Le coreografie sono state curate da Danilo Rubeca.
Le ultime rappresentazioni parmensi di “Adriana Lecouvreur” (quattro in totale), sono previste per venerdì 31 marzo e domenica 2 aprile.


Fotografie tratte dal sito ufficiale del Teatro


Pasquale Ruotolo, docente nei Licei Musicali, è laureato in Sociologia, Musicologia e diplomato in Pianoforte Principale. Giornalista pubblicista iscritto all’Odg Campania e all’Assostampa Campania Valle del Sarno, ha pubblicato con AeM editore nel 2009 il romanzo “Per te” e, nel 2020, con Echos, il romanzo “Anime gemelle”.