MARIO PERSICO: IL COMPOSITORE DIMENTICATO | Intervista al tenore Luca Lupoli


Il compositore Mario Persico è il protagonista del saggio: “Mario Persico e la sua produzione operistica” scritto dal noto tenore Luca Lupoli, edito da Aletheia Editore. Il volume è un lungo viaggio nelle memorie, nei ricordi, nella musica di uno dei più talentuosi autori del nostro panorama musicale. Spesso le dinamiche del successo seguono strade imprevedibili ed è appunto ciò che è accaduto al compositore del Novecento che pian piano è scivolato nel dimenticatoio della storia. Luca Lupoli ha voluto ribaltare questa tendenza e con questo saggio è riuscito a riabilitare la figura del compositore napoletano dandogli un posto di rilievo tra i grandi autori musicali.
L’apprezzato soprano Olga De Maio ha curato le ricerche bibliografiche del saggio.


L’INTERVISTA

Chi era Mario Persico? Mario Persico, è un compositore napoletano, poco conosciuto e poco studiato dai musicologi, autore di opere liriche, strumentali, cameristiche e sacre che certamente è una figura particolarmente interessante nel contesto della produzione operistica italiana a cavallo tra la fine dell’800 e del ‘900. Nato alla fine dell’800, laureato in Giurisprudenza e diplomato al Conservatorio San Pietro a Majella, Mario Persico si distingue per le sue tre opere principali: “La Morenita”, “La bisbetica domata” e il capolavoro goldoniano, “La locandiera”. Tra le varie composizioni, certamente un’opera fondamentale più conosciuta e più rappresentata a livello internazionale è un caposaldo del teatro italiano, “La Locandiera” di Goldoni, la cui musica risente del melodramma verista italiano e impressionismo francese, ma affonda anche le sue origini più lontane nel filone della grande scuola partenopea che fa capo ad Alessandro Scarlatti, di cui Persico è un rappresentante moderno.

Che cosa l’ha spinta ad interessarsi a questo compositore dimenticato? È stata una ricerca iniziata per la preparazione della tesi nella Laurea Specialistica in Discipline musicali e canto conseguita al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, per la quale veniva richiesta la trattazione di un musicista del’900. E così studiando e leggendo i vari testi di Storia della musica, in cui Persico è appena citato, mi incuriosì la figura di questo musicista napoletano che tra l’altro era stato anche un allievo e poi maestro del Conservatorio nel quale ho studiato. Poi da qui la ricerca e l’ approfondimento per la ricerca del materiale, quasi inesistente, per il quale mi sono avvalso della collaborazione della collega, il soprano Olga De Maio per la stesura del saggio intitolato Mario Persico e la sua produzione operistica, edito da Aletheia e poi dell’ incontro con un discendente diretto del musicista, il nipote, il dott. Sergio Nuvola, dalla cui viva voce e dai documenti, spartiti, lettere ed altre testimonianze abbiamo messo insieme e sviluppato un racconto della vita e delle opere che ci ha fatto appassionare ed immedesimare a tal punto da renderci lettori protagonisti in prima persona della storia raccontata!

Qual è stato l’aspetto più difficile che ha dovuto affrontare nella stesura del suo saggio? L’aspetto più difficile è stata la ricostruzione e collocazione storiografica della figura di Mario Persico, appunto venuta fuori dallo studio approfondito di tutto il materiale di cui siamo venuti in possesso, dagli spartiti delle opere, libretti e soprattutto dalla fitta corrispondenza tra lui ed i librettisti delle sue opere, fonte autentica per ricostruire le sue idee sull’ opera e sui personaggi e sulla drammaturgia.

Qual è il messaggio che vuole trasmettere con il suo libro? Scrivere un libro, in questo caso un saggio, su un personaggio come il Maestro Mario Persico, è un’operazione di recupero dal nostro patrimonio culturale di un tassello importante mancante alla storia della musica. Quando si porta alla luce, attraverso una ricerca di fonti, testimonianze, memorie, un compositore che non è stato sotto le luci della ribalta, è un momento di arricchimento e crescita personale di chi conduce la ricerca e dei destinatari della stessa e cioè i lettori ed il patrimonio storico culturale. Il caso Persico approfondisce un aspetto ed un legame importante dello spirito dell’ opera buffa del ‘700 trasposta nei linguaggi musicali moderni: soprattutto nella Locandiera il compositore napoletano, ha come punti di riferimento compositori quali Puccini, Leoncavallo e Mascagni, senza trascurare lo spirito della napoletanità, nella vivacità e nella caratterizzazione dei personaggi in particolare nella serva astuta Mirandolina che richiama “La serva padrona” in cui si ritrova tutto lo spirito brioso napoletano. Persico in questa opera si dimostra un compositore equilibrato tra il razionalismo del teatro goldoniano, il rigore della letteratura toscana e lo spirito napoletano.

Perché c’è stato una sorta di “oblio storico” intorno alla vita artistica di Mario Persico?Mario Persico, come abbondantemente illustrato nel saggio, fu un musicista di valore del suo tempo e consacrato a livelli internazionali ed istituzionali, le sue opere oltre ad essere state rappresentate in vari paesi europei, furono commissionate dalla Casa Reale Dei Savoia, vedi la Bisbetica domata per il Reale Teatro dell’Opera di Roma. Non fu particolarmente prolifico come gli altri musicisti del suo tempo in quanto, non soggiacendo alla necessità materiali di vita ed alle leggi del business musicale del tempo, scriveva musica quando veramente ispirato e quando riteneva che un soggetto fosse veramente valido da essere trasposto sul pentagramma e si sentisse emotivamente coinvolto. Da qui le sue esperienze compositive dimostrano come sia stato un compositore poliedrico, che non ha dedicato la sua produzione soltanto all’opera ma anche a musica strumentale, da camera e musica sacra. Non possiamo dimenticare la produzione cameristica per voce e pianoforte dedicata alle liriche del Pascoli.

Qual è lo scopo del suo libro? Lo scopo del mio libro insieme al valido contributo di Olga De Maio, come già detto sopra, è stato quello di recuperare, restituire e ricollocare in un giusto e degno posto nella Storia della musica non solo napoletana ma anche nazionale un musicista che ha influenzato e trasformato in maniera incisiva il linguaggio musicale dandogli quell’ impronta assieme di modernità ma anche salvaguardando la tradizione. E non è un caso che il libro sia stato inserito, su richiesta della Direzione, nel Catalogo della Biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, proprio per colmare una lacuna della storia della musica di quel periodo. Una gran bella soddisfazione!

Chi è Luca Lupoli oltre la scrittura? Luca Lupoli è un tenore, un artista lirico, che ha studiato anche nello stesso Conservatorio dove si è formato ed ha insegnato Mario Persico, forse un segno del destino… Vivo e mi sono formato a Napoli, ho studiato fin da ragazzo pianoforte, canto, ho conseguito la laurea in lettere in Arte musica e spettacolo all’ Università Federico II di Napoli e poi la specializzazione appunto in Discipline musicali al San Pietro a Majella. Mi esibisco in concerti, spettacoli dedicati all’ opera lirica, all’operetta, alla romanza da salotto, alla canzone classica napoletana, di cui spesso sono l’organizzatore insieme al soprano Olga De Maio, in teatri importanti cittadini, ma anche a livello nazionale ed internazionale. Ho anche inciso per la Ricordi tre volumi di circa trenta canzoni classiche napoletane che sono molto diffusi in tutto il mondo, fino agli USA, Giappone, America dei Sud ed anche brani lirico pop scritti per noi da autori di Bocelli, Mina, Celentano, Minghi.

Che cos’è l’associazione “Noi per Napoli” di cui è il presidente? La nostra Mission, con l’ Associazione Culturale Noi per Napoli, Associazione di promozione sociale, che rappresento legalmente insieme ad Olga De Maio, fondata più di trent’anni fa dalla Dott.ssa Emilia Gallo, è quella di portare la ed il bel canto lirico a chi non conosce o non può frequentare i Teatri d’ opera con una finalità ben precisa e cioè quella di aiutare in maniera concreta le fasce più deboli e bisognose della nostra città e non solo, anche di popolazioni lontane: dopo ogni evento, spettacolo, concerto, con il ricavato realizziamo una spesa di generi alimentari e li andiamo a consegnare personalmente presso tutto i centri di assistenza e supporto per i bisognosi.
Abbiamo anche inviato contributi per le popolazioni alluvionate nel lontano Malaka in Indonesia. Quando il canto e la musica diventano strumenti di solidarietà realizziamo veramente una delle più belle e preziose forme d’arte: l’Arte del dono!


Laureata in Scienze politiche presso l’Università Orientale di Napoli, ha pubblicato due raccolte liriche ottenendo vari riconoscimenti dalla critica. Tra le sue pubblicazioni, i libri per ragazzi “Scricchiolino” (che in modo frizzante ma profondo, narra le difficoltà di crescere di un ragazzino) e “Colpire al cuore” (uno spaccato del mondo adolescenziale d’oggi, presentato nel 2013 al Salone Internazionale del Libro di Torino). E’ addetto stampa per l’Italia del “Festival della Poesia Europea di Francoforte sul Meno”. Nel 2016, ha pubblicato L’ombra della luna nuova A’ storia du rre e’ Castiellammare: una finestra sulla vita di provincia e sull’Italia fascista dei primi del Novecento. Il testo è stato presentato a “Casa Menotti” nell’ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Ha pubblicato "Noi siamo un passo avanti".