Nel ricordo di Rosario Livatino


Dal 14 al 20 di marzo al Tempio di Pomona nel Palazzo Arcivescovile di Salerno, con ingresso libero, una occasione importante per conoscere la splendida figura di Rosario Livatino, giovane magistrato siciliano trucidato dalla mafia il 21 settembre 1990, all’età di 38 anni.


Figura di spicco alla sezione penale del Tribunale di Agrigento, seguì indagini molto delicate sulla mafia e sui rapporti con la politica.

Nell’esercizio della sua attività di sostituto procuratore si è distinto per impegno, umanità, dedizione.

Nelle sue agende, nei suoi scritti frequentemente è stata rinvenuta questa sigla: S.T.D., queste tre lettere hanno costituito un dilemma per gli inquirenti che all’inizio pensavano ad un messaggio cifrato, per poi finalmente scoprire il vero significato “Sub Tutela Dei”. Queste lettere segnano l’affidamento al Signore di tutto ciò che per Rosario Livatino ha senso, dalla famiglia, al lavoro, ad ogni sua esperienza di vita.  

Uomo di profonda fede è stato proclamato beato da Papa Francesco il 9 maggio 2021 in quanto Martire della Fede a causa della Giustizia.

In questa storia irrompe un’altra figura eroica, quella di Piero Nava testimone oculare, primo testimone di giustizia della storia italiana, che vedrà la sua esistenza sconvolta da questa decisione di non voltarsi dall’altra parte, ma, invece, di contribuire in maniera determinante alla identificazione, all’arresto ed alla condanna degli esecutori e dei mandanti dell’efferato delitto.

La scelta di Pietro Nava non smette di interrogare le nostre coscienze ed offre uno scintillante esempio di coraggioso senso civico. 

Livatino e Nava, due storie che ci rendono orgogliosi di essere cittadini italiani, perché oggi come allora è necessario che di queste cose si continui parlare e lo si faccia soprattutto tra i giovani. 



Carmelo Ventre, detto Lello. Giornalista Pubblicista, appassionato di Costume e Società.