
Quasi tutti i giorni sentiamo parlare, discutere e cercare soluzioni sul fenomeno negativo del bullismo, che, in quest’epoca dei social network, è diventato ancor più preoccupante rispetto al passato. Chiunque nella propria vita, chi più e chi meno, ha avuto a che fare con un ‘bullo’.
D’altronde, un tempo, gli atti di bullismo propriamente detti rappresentavano cose da ragazzi e solo ed esclusivamente tra ragazzi, posti in essere con piccole manifestazioni di prepotenza. Si è sempre sostenuto che chi agiva così, specialmente in gruppo, era spinto più da una paura interiore che da un vero e proprio coraggio; proprio per non mostrare di essere il debole della situazione, come capita spesso alla vittima di turno.
I recenti casi degli ultimi anni, però, ci hanno mostrato un fenomeno più vicino al ‘nonnismo’, tipico atteggiamento di cameratismo tra i militari, che a quello dei veri e propri scherzi, seppur antipatici, tra adolescenti.
Nonostante il bullismo si sia trasformato sempre più in un vero problema sociale, da considerare in modo del tutto negativo, si scopre, però, nell’affrontare l’origine etimologica della parola, una realtà, e quindi un significato del vocabolo medesimo, totalmente differente da ciò che conosciamo.
In merito alle parole intese come sinonimi, c’è da ricordare “teppista” e “arrogante”. Ultimamente è stato anche aggiunto, proprio per la natura delle azioni commesse, anche il vocabolo “delinquente”.
Ma, se volgessimo la nostra attenzione, solo ed esclusivamente, alla ricerca della natura relativa all’accezione più nascosta della parola, rimarremmo un tantino sorpresi. Difatti, la natura del vocabolo non è sempre negativa come già accennato in precedenza.
Partendo dal tedesco ‘bule’ che significa “amico intimo”, possiamo giungere, nella lingua olandese, addirittura al termine ‘boel’, che richiama il significato di ‘fratello’. Invece appare ancor più sorprendente l’accezione che possiede nella lingua anglo-sassone. Il termine ‘bully’, tradotto nella lingua italiana, vuol dire “bravo ragazzo”: grazie all’inserimento di questo ulteriore concetto, quindi, è stato effettuato il passaggio della parola da positiva a negativa. Difatti per bullo si intende “colui o coloro che molestano bravi ragazzi”. Ma la ricerca potrebbe andare nell’infinito, scomodando persino Manzoni.