
La prima pubblicazione di Souvenir risale al 5 dicembre del 2017. Noi di Mediavox Magazine ci recammo alla presentazione che si tenne qualche mese più tardi, esattamente la sera stessa della finale del Festival di Sanremo 2018. In quell’occasione lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni, che il 31 marzo prossimo compie 60 anni, ci introdusse nella nuova puntata letteraria de I Bastardi di Pizzofalcone.
Puntata letteraria numero 8 complessiva, ma romanzo numero 7 con l’ispettore Lojacono presente. La sensazione avuta, dopo aver letto la storia, è quella, senza alcuna ombra di dubbio, di un’ottima trama gialla che si dipana mediante due punti di riferimento. Il primo è costituito dal classico schema presente in qualsiasi racconto del genere giallo; il secondo, invece, riguarda le atmosfere in cui i personaggi si muovono.
Oltre a precisare che l’ambientazione della nuova storia è diversa rispetto ai romanzi precedenti (l’azione si svolge a Sorrento e non a Napoli), l’inizio, come qualsiasi giallo che si rispetti, si apre sempre con qualche reato compiuto: infatti, i nostri eroi devono far luce sul ritrovamento in un cantiere edile di una persona, un cittadino statunitense pestato a sangue.
Nello scorrere parole e frasi di questo racconto lungo ben 328 pagine, l’indagine classica del giallo entra, a piccoli passi e senza troppa fretta, nei meandri del thriller, dove l’alta tensione viene mescolata, sapientemente, alle atmosfere pacate e malinconiche di una Sorrento sospesa tra due periodi dell’anno. Ovvero nel passaggio dall’estate all’autunno.
Ed è qui che la maestria di Maurizio De Giovanni regna sovrana, sorretta da un linguaggio ed un stile leggiadro e lontano da qualsiasi tipologia di spettacolarizzazione ed enfasi nelle descrizioni di singoli attimi di vita e di gesti dei personaggi. L’estro dello scrittore emerge, soprattutto, nel capitolo 13; in cui i singoli spaccati di vita sono raccontati e descritti non con semplicità, ma con umiltà.
In definitiva: leggere Souvenir di Maurizio De Giovanni è come vedere e rivedere una vecchia cartolina conservata parsimoniosamente nel tempo, in cui frammenti di vita rimangono incastonati e sospesi in un lasso di tempo che sembra non volgere mai al termine. Ma, quando sembra finito, c’è sempre un’accelerazione successiva che muta il tutto per poi ritornare ad un clima di dinamica e spiazzante suspense.