Quando la “Festa della pizza” diventa aula didattica di una scuola alberghiera. Succede ad Angri , all’ISIS “G. Fortunato”, il 14 maggio.
Per un’intera giornata nel laboratorio verde agricolo, traformato in spazio fieristico, della scuola si sono alternati gli alunni di cucina e sala dell’indirizzo professionale, cimentandosi in piatti tipici di una festa della pizza, rigorosamente con ingredienti a KM0.
L’iniziativa è nata dall’analisi del contesto territoriale in cui la scuola opera. Si sta assistendo al progressivo sviluppo del settore dello street food con l’esplosione, negli ultimi anni, di nuove tendenze e nuovi stili alimentari nel mondo del food and beverage come, ad esempio, una sagra che esalta il rapporto con il territorio e le tradizioni locali. L’intervento formativo , inoltre, ha mirato ad attuare una modalità di apprendimento flessibile ed equivalente sotto il profilo culturale ed educativo, che tenesse conto della multidisciplinarietà formativa in aula collegandola con l’esperienza pratica educativa e formativa in contesto lavorativo al fine di arricchire e sviluppare le competenze professionali di settore
I saperi, in modo particolare per un istituto professionale, non sono chiusi nelle aule scolastiche. In queste non si concentra tutta la conoscenza. Questa, la conoscenza, vive anche attorno a noi, nei vari contesti in cui si rivela; l’apprendimento, infatti, va nella direzione di una cultura integrata con l’esperienza, con la vita reale, con l’ambiente nel suo complesso visto in tutte le sue potenzialità. A tale proposito l’istituto ha promosso, da tempo, un rapporto dialettico con le realtà istituzionali, culturali e sociali del territorio, offrendo agli allievi un’ occasione di conoscenza e di formazione direttamente collegata agli apprendimenti disciplinari
“Simulare una festa della pizza è un’esperienza unica per i nostri studenti: un’occasione di formazione a diretto contatto con il mondo del lavoro. Gli allievi, mentre preparano, guidati dai docenti, pizze, focacce, arancini, montanare, crocchette e granite – sottolinea il Dirigente scolastico Giuseppe Santangelo –accrescono le loro competenze e vengono messi faccia a faccia con l’operatività di un vera sagra.
Simulare una festa della pizza diventa l’occasione per integrare i sistemi dell’istruzione, della formazione e del lavoro, creare un ambiente di apprendimento in cui i ragazzi siano in grado di imparare concretamente gli strumenti del “mestiere” in modo responsabile e autonomo”.
Tutte le attività sono state, pertanto, svolte in modalità laboratoriale; il laboratorio , come pratica didattica condivisa con la cultura del territorio è stato inteso come :
spazio –laboratorio unico come ambiente d’apprendimento: una scuola dove si impara a pensare, a conoscere, creare e fare artigianalmente con le mani, nel proprio ambiente;
laboratorio che sa tessere i diversi saperi attraverso il coinvolgimento di più intelligenze in un “sistema di laboratorio”, un contesto fertile per far crescere i talenti di ognuno.
“Sicuramente, una intelligente politica scolastica di integrazione fra i saperi (quelli teorici e quelli pratici) e fra i settori (quello della scuola e quello dell’impresa) non può che migliorare il trend avviato, confermando la validità e la spendibilità di un diploma come quello alberghiero che offre un reale inserimento nel mondo del lavoro” – ribadisce il prof. Nunzio Giamundo, referente del progetto a cui hanno anche collaborato i docenti Ciro Gatti, Luigi D’Amaro, Stefania Attruia, Carlo Ferrigno, Domenico Caputo.
Antonietta Serino