ASCOLTARE IL CORPO, PER SVILUPPARE LA RESILIENZA

Un nuovo e affascinante studio sul cervello, pubblicato dal Journal Biological Psychology, nel mese di gennaio 2016, ha rilevato che le persone “resilienti”, quelle cioè che superano e gestiscono al meglio gli eventi stressanti, sono coloro in grado di ascoltare in maniera consapevole il proprio corpo. E dunque ci sarebbe una correlazione tra ascolto del corpo e riduzione dello stress.

Che cosa significa avere consapevolezza del corpo?

Riporto un esempio personale. Qualche anno fa ho cominciato a praticare lo yoga. Durante una lezione in particolare, chiamata  Yin, alcune posizioni di stretching vengono mantenute a lungo, oltre i 5 minuti, durante i quali il corpo resta fermo il più possibile. E’ facile che ben presto emergano sensazioni fisiche spiacevoli, quali: bruciore, tensione o dolore agli arti e alla muscolatura. Iniziamo dunque ad agitarci e a desiderare di sciogliere presto la posizione, anticipando la gioia di come ci sentiremo dopo. In preda a questi pensieri di avversione, aumenta la sensione di stress e impazienza, e perdiamo le istruzioni dell’insegnante, che quasi come un mantra, ci guida: “non  c’è niente da cercare, e niente che vogliamo raggiungere.. osserviamo le sensazioni del corpo così come sono.. abbandoniamoci alla posizione..  qui ed ora”. Le prime volte, soprattutto, si cede all’impulso di muoversi e spesso un attimo prima della fine, provando così un senso di frustrazione.

Con il tempo si scopre un modo diverso per fare la stessa pratica. Proviamo sempre le stesse sensazioni, e abbiamo sempre gli stessi pensieri e sentimenti di rabbia, noia, impazienza, tensione.  Ma invece di reagire, osserviamo semplicemente i pensieri. Ci ricordiamo che questa posizione, come ogni altra cosa nella vita, prima o poi finisce. Lei ricorda a noi che i momenti spiacevoli fanno parte della nostra storia. E, mentre aumenta il fastidio, e le cosce bruciano, apprezziamo anche la dolcezza del momento.  Si può anche sentire un’ondata di gratitudine per il tempo e il privilegio che dedichiamo a noi stessi. La nostra attenzione è completamente al respiro naturale e al corpo, fino a quando l’insegnante ci invita a sciogliere la posizione.

Abbiamo così sperimentato i benefici della Mindfulness, che dalla definizione di Jon Kabat Zinn, , fondatore del MBSR (programma di riduzione dello stress basato sulla Mindfulness) , significa “portare la nostra consapevolezza nel momento presente, con intenzione e senza giudicare”. Sviluppando così la capacità d’osservare e accettare le cose come sono.

La fatica di mantenere una posizione a lungo, così come altri eventi della nostra vita, che ci causano preoccupazioni per la nostra salute o per la sicurezza economica, tensioni al lavoro e in famiglia, possono portare a una serie di risposte fisiologiche e psicologiche.

In presenza di uno stress, ad esempio durante un colloquio di lavoro, nel corpo si presenta con il battito accelerato, la sensazione di calore, aumento del livello adrenalinico e altre reazioni chimiche. Se da una parte queste risposte allo stress sono funzionali e nel caso del colloquio ci spinge a dare il massimo, dall’altra, se non ne siamo consapevoli, possono mantenere alterato uno stato di eccitazione oppure crescere d’intensità nel corso della giornata.

Come il corpo risponde in maniera adattiva durante i momenti critici, così le nostre reazioni allo stress dovrebbero dissiparsi subito dopo, il prima possibile. È qui che entra in gioco la “resilienza”. In termini scientifici, la resilienza è la capacità di tornare rapidamente alla normalità, sia fisicamente che emotivamente, dopo un evento stressante.

Nello studio che abbiamo citato, il Dr Haase, professore di psichiatria presso l’Università della California, San Diego, e  colleghi, si sono posti di capire perché alcune persone sono più resilienti rispetto ad altre, e hanno ipotizzato che parte della risposta dipende dall’ ascolto del corpo.

Il nostro corpo influisce sul modo di pensare. I pensieri negativi innescano a catena altri pensieri,  e influenzano il nostro umore e le nostre emozioni. Riconoscere i segnali e i limiti del nostro corpo, ci può aiutare a interrompere questo circolo automatico. Prima di cedere ad un impulso, ci allena a creare uno spazio di risposta anziché di reazione. Pertanto ritornando alla posizione di yoga, la possibilità di superare la difficoltà di tenere una posizione, attraverso un ascolto del corpo, paziente e non giudicante, può insegnarci che è possibile superare l’idea che una certa emozione sia intollerabile.

Concretamente cosa possiamo fare, per portare la consapevolezza nella nostra vita quotidiana?

Intanto possiamo chiederci quando è stata l’ultima volta che abbiamo prestato attenzione al nostro corpo come si sentiva. E non solo quando abbiamo un mal di testa oppure siamo stanchi.  Osserviamo come ci sentiamo in quel momento preciso. Notiamo come il corpo si sente mentre sediamo ad un incontro importante, o camminiamo per strada oppure siamo sdraiati prima di addormentarci.

Comunicare internamente con il nostro corpo può essere semplice come spendere pochi minuti ogni giorno nel portare l’attenzione al nostro respiro. Insegna così il famoso monaco tibetano Thích Nhat Hanh: “Inspirando, sono consapevole del mio corpo.  Espirando, sono consapevole del mio corpo. So che il mio corpo è lì.  Questo riporta la mente al corpo.  Mente e corpo diventano una realtà.  Siete radicati nel qui e ora.  Siete pienamente vivi. Potete essere in contatto con le meraviglie della vita che sono disponibili in voi stessi e intorno a voi.”.

Nel corso del tempo, un semplice esercizio di questo tipo dovrebbe, “insegnarci a cambiare la respirazione quando ci sentiamo agitati, ma senza attaccarci alla reazione“, sostiene il Dr. Haase nell’articolo recente, pubblicato sul blog Well del New York Time Magazine, “ e potrebbe aiutarci a migliorare la nostra risposta alle situazioni stressanti.”

FABIANA PINTO Psicologa del lavoro e Psicoterapeuta, Esperta in Mindfulness e Istruttrice corso MBSR Vive e lavora a Roma, pratica yoga e meditazione.