LE CROCI, CANTO DELL’ANIMA

Introduzione

Destino dell’uomo è nascere e morire. Ma questa è anche la splendida e tragica avventura del Figlio dell’Uomo. Dell’Uomo-Dio, che si avvolge di carne e di corpo. Di cuore e di dolore. Per nascere e morire qui, su questa crosta di mondo. Dove Egli, il Re dei re, umiliato dai falsi re, quelli del potere arrogante, è stato condannato e tratto a morte. Ma la Sua è l’esperienza della morte per passare alla Vita, come recita il senso della Pasqua stessa. La festa più intensa, mite e terribile che l’immaginario collettivo conosca e sperimenti. La festa del Viaggio, del Passaggio, della Rinascita dopo la Morte. La festa che porta nella piazza prima il dolore e poi la gioia e che viene celebrata in taluni luoghi nel silenzio o nel tripudio.
Questa festa è profondamente radicata nel Meridione e in Campania; tra le città campane quella di Sarno vanta una tradizione plurisecolare, in cui si incastonano sia elementi presenti nel canone tradizionale della festa come i PAPUTI, sia caratteristiche peculiari come il ricco patrimonio dei canti intonati dai fedeli.

I PAPUTI DI SARNO

L’etimologia del termine paputo. La parola paputo deriva dal latino pappus, che, significando “uomo vecchio e dunque pronto a morire” (nel senso paolino di “morire al peccato), indica una condizione di passaggio verso un’altra Vita, quella della Grazia. Gli incappucciati seguono silenziosi degli itinerari prestabiliti, vivendo così, per le erte salite e gli angusti spazi del centro storico, il senso fondamentale della Pasqua, che è un Viaggio verso l’Altrove della Rinascita.

Il simbolismo dei colori delle cappe dei paputi. Le cappe che i paputi sarnesi indossano sono bianche. Questo colore è non solo il simbolo della purezza, come generalmente si crede, ma soprattutto rinvia alla condizione di “coloro che, pur vedendo, non sono visti” a causa del loro carattere trasparente, e dunque ai Morti. Si afferma dunque l’esperienza della “morte per la vita”. Altri colori prevalenti sono il celeste (nel cingolo della Croce dell’Immacolata Concezione), che, essendo il colore del cielo, indica la profondità dell’Infinito in cui l’Uomo si smarrisce e si ritrova al tempo stesso, ed il viola, che è il colore della temperanza e dunque dell’equilibrio fra Cielo e Terra. Solo i paputi della Confraternita di San Matteo hanno la caratteristica specifica del cappuccio rosso, che rimanda alla sofferenza del sangue, alla intensità del fuoco e all’opposizione tra la Vita e la Morte: basti ricordare il significato del Mar Rosso, in cui alla morte del Faraone e degli Egiziani si contrappongono la vita e la salvezza del popolo eletto. Anche questo rinvio scritturale si inscrive nel messaggio di rinascita, tipicamente pasquale.

QUEST’ANNO LA TRADIZIONE DEI PAPUTI A SARNO NON SI RINNOVERÀ A CAUSA DELLA PANDEMIA

Tutti questi dati sono contenuti nel Libro “Le Croci, canto dell’Anima” di Franco Salerno e Viridiana Myriam Salerno. La pubblicazione, inserita nella Collana “Biblioteca di Lyceum”, è stata realizzata nel 2019, come Alternanza Scuola-Lavoro 2016-19, dal Liceo Classico - Scientifico - Linguistico “T. L. Caro” di Sarno. L’introduzione e la Premessa sono a cura dell’allora Dirigente Scolastico Prof. Giuseppe Vastola e della Profssa Anna Cristina Crescenzi, coordinatrice insieme al Prof. Franco Ronga. Il libro è impreziosito da brani di scrittura creativa, redatti in relazione ai vari canti delle Croci dagli studenti del Liceo e curati da MediaVox Magazine.

Rileggi gli articoli di MediaVox Magazine sulle Tradizioni e i Riti della Settimana Santa di Pasqua

📰 Interpretazione di 14 Canti 👇https://mediavoxmagazine.it/?p=20590

📰 Le Croci, Canto dell’ Anima / anno 2021👇 https://mediavoxmagazine.it/?p=1280

📰 I Paputi 👉 https://mediavoxmagazine.it/?p=6231

📰 Il venerdì santo: morire per vivere 👇 https://mediavoxmagazine.it/?p=1276

📰 Sacro e profano: la potenza delle Tradizioni. Le croci del Venerdì Santo a Sarno 👇 https://mediavoxmagazine.it/?p=1280 https://mediavoxmagazine.it/?p=1263 https://mediavoxmagazine.it/?p=1219 https://mediavoxmagazine.it/?p=1191

Laureato in Lettere classiche e in Sociologia, docente di Italiano e Latino al Liceo Classico di Sarno, giornalista pubblicista, ha insegnato “Linguaggio giornalistico” all’Università di Salerno. E’ autore, tra l’altro, di due storie della letteratura italiana e de “Il Labirinto e l’Ordine” (Commento integrale alla “Divina Commedia”), di testi teatrali e saggi sulle tradizioni popolari. Il suo manuale “Le tecniche della scrittura giornalistica” (Ed. Simone) è citato nella Bibliografia della voce della Enciclopedia Treccani “Giornalismo”, appendice VII – 2007. Ha scritto una trilogia sulla Campania misteriosa che comprende: "la città che urla segreti", il thriller storico ambientato nella Napoli misteriosa (Guida Editori); "le ombre non mentono", il thriller storico ambientato nella Salerno misteriosa (Guida Editori); "che ora è dea notte?", il thriller storico ambientato tra i misteri di Ischia e Procida (Guida Editori).